Debutto alla Versiliana per il Don Giovanni di Tinto Brass

Il 24 luglio, al festival di Marina di Pietrasanta, sarà rappresentata la piece con la quale il maestro del cinema erotico interpreta il personaggio dell'opera di Moliere come un riflesso di Gabriele D'Annunzio.

Come sarà il "Don Giovanni"di Molière, riletto dal maestro del cinema erotico Tinto Brass?
Il debutto, con la Prima Nazionale, è fissato per il 24 luglio al Festival della Versiliana (Marina di Pietrasanta). La pièce, con la regia di Beppe Arena e l'adattamento teatrale di Fausto Costantini, è ambientato da Brass nella «Casetta rossa» della Venezia anni 20, sul Canal Grande. Il protagonista è Corrado Tedeschi, Corinne Bonuglia è nel ruolo di Donna Elvira, Barbara Bovoli in quello di Sganarello e in scena ci sono altre sette muse-attrici .
«Ho sempre immaginato Don Giovanni - spiega Brass - come un campione di amoralità, un disincantato dandy intellettuale, un cinico seduttore dedito unicamente alla lussuria e al piacere. Circondato da donne-farfalle notturne dalle ali di velluto, languide, pallide, inquiete, illuse e conquistate dal suo fascino virile,smorfiose, lamentose, smaniose e umide come Venezia con l'acqua alta, labbra e unghie smaltate di rosso cupo, occhi lionati, mazzetti di violette sulle gote esangui,velette nere a proteggere volti ardenti e reticenti insieme, corpi nudi avvolti in mantelli di lontra ornati di biondo castoro".
L'ambiente Brass l'ha voluto arredato in stile belle époque e con «cianfrusaglie da modernariato déco, rose bianche, fazzoletti di lino spruzzati diafrodisiaci strategicamente collocati sotto i cuscini damascati, scatolette di "polvere folle"da versare al momento opportuno sull"'ala di rondine"».
Don Giovanni è l'altra faccia di Gabriele d'Annunzio, quello degli anni '19 -'20 , che abitava appunto a Venezia nella "Casetta rossa". Il grande seduttore si specchia nel ritratto che il Vate fa di sé, con le sue avventure erotiche che Brass definisce «con derive non di rado fetish,saffiche, scatologiche e perverse». Così, Don Giovanni diventa quel «porco con le ali», di cui parlaD'Annunzio nei suoi taccuini per definire se stesso. Tutto, in un gioco di rimandi ad atmosfere care al linguaggio cinematografico del regista veneto.
Lo spettacolo è un percorso immaginario che attraverso Don Giovanni vuol cogliere tutte le reazioni dell' umanità quando entra in contatto con il sentimento. La gente, si afferma, raramente si apre al sentimento puro e selvaggio perché distratta dal riscatto sociale, non considera che l'unico elemento equilibrante tra le persone non è la ricchezza, ma l'amore.
A creare le atmosfere ci ha pensato, per l'idea scenica e la scelta dei costumi, lo scenografo Carlo De Marino, che collabora con Tinto Brass da molto tempo.


Il tour prosegue il 25 luglio a Viterbo, il 26 al "Festival di Sarsina", il 27 al "Festival di Mezza Estate" di Cremona, il 28 al "Festival di Asti", il 29 "Arena del mare", il 30 in cartellone dell'estate eretina di Monterotondo per poi toccare altre località.

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