La decisione della Consulta e gli scenari possibili

Tutti gli scenari possibili dopo la decisione dei 15 giudici della Corte Costituzionale. Le opzioni sul tavolo: inammisibilità o infondatezza, illegittimità per violazione dell'articolo 138, illegittimità parziale

La decisione della Consulta e gli scenari possibili

Roma - Infondatezza, inammissibilità, incostituzionalità parziale o totale: il ventaglio di opzioni da oggi all’esame della Corte Costituzionale, chiamata a decidere sulla legittimità del lodo Alfano, è ampio. E ciascuna ipotesi si può ripercuotere in maniera diversa sui processi a carico del premier Berlusconi e, di conseguenza, sulla stabilità di governo.

INAMISSIBILITÀ O INFONDATEZZA Pronunce in tal senso sono state chieste ai giudici costituzionali dall’avvocatura dello Stato, a nome della presidenza del Consiglio, e anche dai legali di Berlusconi. In questo caso il lodo Alfano sopravviverebbe e i processi Mills e Mediaset a carico del premier resterebbero sospesi. Con una differenza: se le questioni di legittimità sollevate dai giudici di Milano e Roma saranno dichiarate inammissibili, allora significa che la Corte non è entrata nel merito del lodo; in caso di pronuncia di infondatezza, invece, si può dire che la Corte avrà "promosso" lo scudo che sospende i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato.

ILLEGITTIMITÀ PER VIOLAZIONE ART.138 È la pronuncia più temuta dai legali di Berlusconi: comporterebbe una bocciatura totale del lodo per necessità di intervento con legge costituzionale e non ordinaria (la sospensione dei processi verrebbe pertanto considerata una immunità). In questo caso il premier tornerebbe sotto processo. E il governo avrebbe difficoltà a sanare il vizio di forma in tempi brevi, visto che un ddl costituzionale richiede una doppia lettura da parte di ciascuna Camera e una maggioranza qualificata se si vuole evitare il referendum confermativo

ILLEGITTIMITÀ PARZIALE O PER DISPARITÀ DI TRATTAMENTO TRA PREMIER-MINISTRI E TRA PRESIDENTI CAMERE-PARLAMENTARI Anche in questo caso i processi milanesi con il premier imputato riprenderebbero, ma sarebbe meno arduo per il governo intervenire con una legge ordinaria per sanare gli eventuali profili di illegittimità rilevati dalla Corte Costituzionale.

Non è, infatti, escluso che lo scudo possa essere dichiarato illegittimo per una irragionevole disparità compiuta dal lodo tra il presidente del consiglio (ritenuto "primus inter pares") e i ministri, oltre che tra i presidenti delle Camere e i parlamentari. Se così fosse, il lodo potrebbe venire esteso.

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