Decolla da Pratica di Mare la prima infermeria volante

Un’équipe medica dell’Aeronautica militare potrà operare in volo con strumentazioni d’avanguardia

Decolla da Pratica di Mare la prima infermeria volante

Decolla da Pratica di Mare la prima Infermeria mobile dell’Aeronautica militare. Un’équipe di medici e infermieri della sanità aerea messa su appositamente nel 2006 e pronta a trasportare a bordo dei C130J o dei Falchi della Presidenza del Consiglio connazionali feriti in ogni parte del mondo. Ora potrà operare anche con strumentazioni d’avanguardia che renderanno possibile l’isolamento e lo spostamento di pazienti bio-contaminati, consentendo dunque il soccorso a persone affette da malattie contagiose come le febbri emorragiche, la Sars o il colera.
Il trio di macchinari asettici costituito dalle barelle Ati (Aircraft transit isolators) per il C130J e Sti (Stretcher transit isolators) per il velivolo più piccolo e le ambulanze, viene dunque completato da una Isoark, una sorta di camera mobile sterile in struttura leggera e pvc, per il trattamento di biocontaminati gravi. Un macchinario di produzione inglese presentato nei giorni scorsi ai vertici di Protezione Civile, Farnesina e Croce Rossa che, spiega il colonnello Stefano Farrace, direttore dell’Infermeria principale, «ci permetterà un salto di qualità non indifferente anche in rapporto alle unità gemelle straniere. In Italia - continua - l’unica altra Infermeria è quella di Villafranca, a Verona. La cui mission, però, è l’allestimento di basi sul campo. Due anni fa, invece, l’idea di convogliare medici e infermieri aeronautici su un gruppo con dedizione esclusiva al trasporto di malati, professionale e attivabile 24 ore su 24, in collaborazione a Roma con l’ospedale Spallanzani, specializzato nelle malattie infettive».
Sono 11 i medici e 17 gli infermieri in reperibilità continua, anche in vista del prossimo arrivo di quattro nuovi Boeing 767 (il primo è atteso ad aprile) per operazioni di evacuazione di massa. Un progetto allo studio con la Protezione civile. «Si tratta di mettere a punto piani per portare in salvo o sfollare da un’area a rischio centinaia di persone, anche una popolazione intera - afferma Farrace -. Pensiamo allo Tsunami. Occorrerà approntare un allestimento sanitario modulabile al tipo di velivolo e alla situazione. Il nostro impegno è massimo».
Nel corso della presentazione, sul piazzale del Centro sperimentazione voli degli avieri l’equipaggio del 31° Stormo ha mostrato l’adattamento di un Falcon 900 per il trasporto di malati con moduli Evasan (di evacuazione sanitaria). «L’ultimo importante intervento - raccontano il pilota, Daniele Rivolti, l’assistente Carmine Placentile e il tecnico di volo, Luigi Barbato - è stato alcuni mesi fa quando siamo andati a prendere un paziente italiano in coma a Sydney, in Australia.

È stato il volo d’emergenza sanitaria più lungo mai effettuato, con 47 ore di volo e ben tre equipaggi impegnati per un totale di 15 uomini». Il Falcon dotato di tre motori, di fatti, si presta a rotte di lungo raggio ed è completamente autosufficiente, tanto da alimentare generatori d’ossigeno preziosissimo supporto per i malati.

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