Attimi di panico, caos e sirene che suonano. Nel mezzo un gesto e qualche manovra che spesso possono salvare la vita. È il caso del calciatore della Fiorentina Edoardo Bove che il 2 dicembre è stato salvato dalla collaborazione tra compagni di squadra, medici in campo e soccorsi. Ma ci sono anche episodi tragici e meno noti, quando il defibrillatore non si trova nel luogo indicato e quella vita non si riesce a salvarla, come accaduto in provincia di Imola a fine anno. Se ci si trova davanti a una persona in arresto cardiaco in mezzo a una strada, in un parco, in una pizzeria, in contesti dove non si suppone ci siano medici e nemmeno un defibrillatore, bisogna sapere come comportarsi. In Lombardia si contano 20.978 defibrillatori, a Milano 6.319. Si trovano in luoghi pubblici come piazza Lombardia o il 39esimo piano del Pirellone, negli uffici dell'anagrafe o postali, in cinema, biblioteche, nei parchi, come a Monza. Nei mezzanini delle metropolitane e sui mezzi pubblici, ma anche nei centri privati, nei condomini o nei supermercati. La legge (116 del 2021) prevede che sia indicata la loro collocazione e il loro referente. Non solo, i centri sportivi, le palestre e, in generale, le associazioni sportive hanno l'obbligo di detenerli. Maurizio Migliari, anestesista e direttore del dipartimento di Areu (in foto), spiega cosa fare nel caso ci si trovi davanti una persona in arresto cardiaco. «Per prima cosa si chiama il 112 - arresto cardiaco significa che il cuore si ferma e non irrora più gli organi vitali, in primis il cervello, che può resistere solo qualche minuto senza ossigeno. Ecco perchè è fondamentale praticare il massaggio cardiaco fino all'arrivo dei soccorsi. Chi ne è capace è bene che inizi a praticare il massaggio cardiaco, altrimenti si aspettano le istruzioni dell'operatore al telefono» spiega il medico. Nelle 4 sale operative di Areu, infatti, ci sono operatori che sono formati per dare istruzioni a distanza a persone che potrebbero essere nel panico o comunque non essere in grado di praticarlo. Qual è l'alternativa? «La morte della persona, quindi se anche chi pratica il massaggio non è preparato o non lo esegue in modo ottimale, sta comunque salvando una vita» continua Migliari. Non solo, l'articolo 54 del Codice penale prevede la non perseguibilità del soccorritore in stato di necessità. «Se sappiamo che a disposizione c'è un defibrillatore, raggiungibile con certezza in meno di un minuto, e non siamo soli - spiega Migliari - si va a recuperarlo, mentre chi è con noi pratica il massaggio guidato al telefono dai soccorsi. Mandando la posizione Areu è in grado di darci l'esatta collocazione del defribrillatore nelle vicinanze. L'operatore ci guiderà nell'uso del defibrillatore, che per altro fornisce in automatico». Nel giro di 10/15 minuti, in media, un'ambulanza è in grado di arrivare in tutta la regione.
«Ecco quindi l'importanza di dichiarare il defibrillatore ad Areu, in modo che i soccorsi abbiano sempre una mappa aggiornata. Così sarebbe auspicabile che tutti facessero almeno una volta nella vita un corso di primo soccorso».
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