Unazione legale già annunciata dal sindaco Vittorio Agostino quella intrapresa dal Comune di Chiavari contro Idro-Tigullio Spa per la mancata costruzione del depuratore. Ora la delibera di giunta che stabilisce di attivare «ogni possibile azione giudiziaria volta all'ottenimento da Idro-Tigullio del rispetto dell'obbligo contrattualmente assunto di realizzare un nuovo impianto di depurazione», pena la decadenza della concessione del servizio di fognatura e depurazione.
Perché Idro-Tigullio nel '98 aveva vinto la gara indetta dall'allora amministrazione Agostino ottenendo la gestione del ciclo delle acque a fronte del pagamento immediato di 20,4 miliardi di lire a favore del Comune, oltre all'obbligo di costruire a sue spese un depuratore da 25 miliardi di lire. Nella lettera di Agostino agli avvocati Franco Rusca, per gli aspetti amministrativi, e Tomaso Galletto, per la parte civilista, la cronistoria di un intervento in dirittura d'arrivo, che s'impantana nel controverso subentro dell'Ato (Ambito territoriale ottimale) a gestire il servizio idrico integrato dell'intera provincia di Genova. Le carte si mescolano, i progetti vengono rivisti e reimpostati su altri calendari e urgenze e del depuratore chiavarese si perdono le tracce.
Una sorta di scaricabarile, perché l'ente di riferimento ad oggi è l'Ato che ha uniformato la tariffa e impostato un programma di investimenti calibrato sui 67 comuni della provincia. La chiave di lettura del contendere sta nella convenzione tra Comune e Idro-Tigullio «per la gestione dei pubblici servizi di fognatura e depurazione delle acque reflue per la concessione in uso dei beni della fognatura e del depuratore» che risale all'ottobre 1999. Un articolo della convenzione stessa «obbliga la Società affidataria a realizzare un nuovo impianto di depurazione, in sostituzione di quello esistente, con l'obiettivo di iniziare i lavori, su progettazione approvata dal Comune e dagli altri enti, entro il 31 dicembre 2001 e di ultimarli entro il 31 dicembre 2003». Con l'inadempienza sarebbe decaduta la concessione. Ma c'è di più.
L'impegno a realizzare l'impianto era previsto nel «Bando di gara» a suo tempo indetta per la scelta del socio privato di maggioranza della Idro-Tigullio, una conditio sine qua non che aumentava il punteggio in graduatoria. Il progetto definitivo del nuovo depuratore viene redatto e depositato al settore Urbanistica nell'agosto 2002 per il rilascio della concessione edilizia. Ma dell'inizio lavori neanche l'ombra, «e ciò concretizza una grave infrazione e violazione all'obbligo contrattualmente assunto». Agostino sulla faccenda non ha mai mollato e quando nel 2003 l'allora amministrazione stralcia il depuratore dall'elenco opere da realizzarsi, ricorre alla Corte dei Conti evidenziando gli obblighi di convenzione della Idro-Tigullio. Oggi torna alla carica su un impianto vitale per una città turistica.
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