Il derby di Manchester a nervi tesi

Nel ritorno della semifinale di Carling Cup il City di Roberto Mancini, vittorioso all'andata, sfida lo United di Ferguson. Appelli alla calma per timori di incidenti, grande spiegamento di forze dell'ordine

«Don't look back in anger», non voltarti arrabbiato: Roberto Mancini si affida ad una delle più note canzoni degli amati Oasis per invitare i protagonisti del prossimo derby di Manchester ad un confronto ispirato al fair play. Dopo l'andata della semifinale di Coppa di Lega, che ha visto i citizens vincere tra le polemiche per l'esultanza provocatoria di Carlos Tevez e la risposta stizzita di Gary Neville, anche la Federcalcio inglese si è fatta sentire per abbassare i toni. C'è grande attesa (e preoccupazione) per il ritorno di domani all'Old Trafford. Non solo per la posta in palio (la finale di Wembley contro l'Aston Villa) ma anche per la rivalità tra le due tifoserie che all'improvviso si è riaccesa.
Alla vigilia della partita di andata erano state sequestrate biglie di ferro ai tifosi del City e in campo Patrice Evra era stato colpito da un accendino. Mentre la polizia aveva dovuto fermare 18 tifosi per le violenze scoppiate nel dopo-gara. Il timore che la tensione per la stracittadina possa degenerare in violenza è molto alta a Manchester, da qui l'avvertimento della Fa e il dispiegamento straordinario di forze dell'ordine per tenere lontane le due tifoserie. «Abbiamo parlato con entrambi i club e ricordato loro che chiunque ricopra un ruolo di responsabilità deve stare molto attento alle proprie azioni», ha dichiarato un portavoce della federazione. Un monito che Mancini ha fatto suo nella conferenza stampa della vigilia. «I derby sono importanti, a Manchester come a Londra o Milano. Sono entusiasta di questa sfida e come me lo sono i tifosi, ma dobbiamo tutti ricordarci che resta una partita di calcio».
Grazie alla doppietta del suo attaccante argentino il City si è aggiudicato l'andata 2-1, ma il tecnico italiano promette una partita aperta. «Non possiamo pensare di andare in casa dello United per difenderci. Giocheremo con la convinzione di poter vincere anche in trasferta. Abbiamo una grande occasione per conquistare la finale e la vogliamo fortemente». Un appuntamento con la storia che rischia di coincidere con l'ultima di Robinho in maglia azzurra. Mancini, che pure lo ha convocato per la partita, ha confermato che il brasiliano è destinato ad un prestito di sei mesi al Santos. «La cosa più importante è che sia felice. Lui vuole giocare sempre perchè a giugno ci sono i mondiali. Ma io devo sempre schierare la formazione migliore. E in ogni partita devo scegliere tra cinque o sei attaccanti. Se stanno tutti bene diventa difficile».
Meno preoccupato della crescente tensione in città Sir Alex Ferguson, che esclude «vendette» da parte suoi giocatori nonostante i commenti al vetriolo dello stesso Tevez all'indirizzo del suo ex club. «Il comportamento dei miei giocatori è sempre stato perfetto - ha dichiarato lo scozzese -. Abbiamo calciatori che giocano nel rispetto delle regole. Non abbiamo mai avuto problemi in partite importanti. Dobbiamo solo restare concentrati e passeremo noi». Nessuna sorpresa dalle due infermerie: Mancini ritrova Emmanuel Adebayor, ma lo manda in panchina, ancora rimandato il debutto di Patrick Vieira.
Indisponibile Nemanja Vidic tra i red devils, in attacco Wayne Rooney, reduce dai quattro gol all'Hull.

Per il City, a digiuno di titoli da 34 anni, una coincidenza storica che fa sperare: in entrambi i trionfi in Coppa di Lega (1970 e 1976) ha dovuto superare i cugini dello United. E quest'anno la finale cade il 28 febbraio, proprio come nel 1976.

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