«Desiderava che il romanzo fosse pubblicato»

Daniela Di Pace, ultima segretaria e grande amica di Oriana Fallaci, non ha dubbi: «Negli anni in cui sono stata vicina a Oriana i rapporti fra le due sorelle erano interrotti, e forse da tempo. Mai una sola volta Paola mi ha cercato per chiedermi come stava Oriana, come stava progredendo la malattia. Solo una volta, dopo un’intervista rilasciata da Paola, Oriana mi fece fare un fax alla sorella in cui le diceva: “Brava, hai risposto bene alle domande dei giornalisti”. Questa fu l’unica occasione in cui io percepii un contatto fra loro. La prima volta che incontrai Paola, infatti, fu al funerale di Oriana. Mai, nei giorni in cui Oriana era ricoverata in clinica, né due mesi prima quando passò quindici giorni a Milano, ricevette una sola chiamata dalla sorella.

Per quanto riguarda il libro, Oriana lo portò con sé quando da New York andammo a Roma, e poi lo riportò a New York. Era convinta di continuare il lavoro e infatti portammo insieme anche la sua Lettera 32. Questo significa che Oriana mai e poi mai ha pensato di bruciare il libro, perché voleva che fosse pubblicato».

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