Dieci anni dopo "L’ultimo bacio" Muccino prepara "Baciami ancora"

Il regista inizierà a girare nella primavera 2009 con lo stesso cast del primo film che incassò 15 milioni: Giovanna Mezzogiorno, Stefano Accorsi e Martina Stella

Dieci anni dopo "L’ultimo bacio" Muccino prepara "Baciami ancora"

Roma - Comunque andrà, sarà un successo, per dirla con Chiambretti. La notizia è che Gabriele Muccino torna a girare un film in Italia, dopo due lussuose esperienze hollywoodiane alla corte di Will Smith. E lo fa ripartendo da L’ultimo bacio, il film che nel 2001 gli regalò la popolarità vera: perché incassò il corrispettivo di 15 milioni di euro, perché ne fece il regista più corteggiato dai produttori (quantunque detestato dai cinefili duri e puri), perché lanciò una sorta di genere, poi copiatissimo, imperniato sulle smanie dei trentenni.

Pronto a volare negli Usa, dove il 19 dicembre esce il nuovo Seven Pounds, interpretato appunto dal divo nero e Rosario Dawson (in Italia dal 9 gennaio col titolo Sette anime), Muccino risponde con un «no comment» alla telefonata del Giornale. Nessuna parola in più rispetto allo scarno comunicato della Fandango, che produce insieme a Medusa. Vi si legge che il film, sceneggiato dallo stesso Muccino a partire da un soggetto scritto con Rulli e Petraglia, sarà girato a partire dalla primavera 2009 per uscire a gennaio 2010, a dieci anni esatti dal primo. Inoltre: «Ritroveremo Carlo e Giulia e i loro amici, gli errori, i traguardi raggiunti, i desideri e le delusioni che li hanno cambiati e li hanno trasformati in adulti dai ragazzi che non volevano crescere».

Niente più «sindrome di Peter Pan», dunque, in questo seguito lungamente meditato, fors’anche temuto, per il quale Muccino ricomporrà il cast originario, a partire dai protagonisti Stefano Accorsi e Giovanna Mezzogiorno, più Martina Stella, Stefania Sandrelli, Giorgio Pasotti, Claudio Santamaria, Sabrina Impacciatore, Pierfrancesco Favino, forse Sergio Castellitto.

Il titolo, ancora provvisorio, è Baciami ancora. E chissà che Carmen Consoli, un’altra miracolata da L’ultimo bacio, non partecipi all’operazione con una canzone nuova di zecca. Certo non sarà facile, per il pur talentoso regista romano, riprendere in mano le vicende umane e sentimentali di quei quattro amici, ora a un passo dai quaranta, senza rischiare l’accusa di pigrizia creativa. «La storia di tutte le storie d’amore», come recitava il sottotitolo del film, è ancora viva nel ricordo di tanti spettatori, uomini e donne, i quali si riconobbero quasi fino alle lacrime nei tormenti della giovane coppia destinata a scoppiare. Naturalmente il dibattito che ne scaturì fu acceso. Paolo Mereghetti accusò Muccino di «giocare troppo con gli stereotipi più superficiali per non far sospettare che a guidare tutto sia solo la furbizia di chi non vuole dispiacere a nessuno». Un giudizio non dissimile da quello, poi rivelato da L’espresso, che qualche mese prima aveva portato alla sonora bocciatura del progetto da parte della commissione ministeriale addetta ai fondi di garanzia.

Nondimeno L’ultimo bacio fece incetta di premi (5 David di Donatello, 3 Nastri d’Argento, un Ciak d’oro), trasformandosi in un caso di costume squisitamente italiano, oggetto di vivaci discussioni a cena o nei luoghi di lavoro. Perfino Hollywood se ne accorse, tanto da farne un remake, neanche troppo brutto, fedelmente ribattezzato The last kiss.

Confessa Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, la casa che negli anni ha distribuito anche Ricordati di me e La ricerca della felicità, altri due successi mucciniani (13 milioni l’uno, quasi 20 l’altro): «Siamo felici di lavorare di nuovo insieme con una storia italiana. L’ultimo bacio ha segnato un’epoca, una svolta nel nostro cinema.

Più volte, con Gabriele, avevamo accarezzato l’idea, ora i tempi sono maturi. Evidentemente ha trovato le idee e le ispirazioni giuste per riprendere in mano i suoi personaggi. A dirgliela tutta, anche in me c’è il desiderio di sapere come sono finite alcune di quelle storie». E già.

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