È la risposta di Palazzo Marino al fenomeno delle badanti clandestine, che riguarda 50mila immigrate in tutta la Lombardia e 8-10mila nel solo Comune di Milano. Uno sportello dell'assessorato ai Servizi sociali per aiutare gli anziani a trovare una domestica valida e affidabile o regolarizzare quelle in nero. Solo nei primi quattro mesi del 2009, i contratti stipulati sono stati 217 e le famiglie contattate 366. Con la previsione di superare quota 600 contratti entro la fine dell’anno, oltre 150 in più del 2008 quando erano stati 443 e 250 in più del 2007 quando erano stati 346. Un successo legato al fatto che, grazie al contributo erogato dal Comune, regolarizzare le badanti alle famiglie non costa nulla. Pagando le varie tasse tenere una domestica in casa costa infatti 1.292,61 euro al mese, contro i 900 euro di una badante in nero. Una differenza dunque di 392,61 euro, che equivale al fondo concesso da Palazzo Marino agli anziani che decidono di assumere regolarmente un'assistente familiare.
Ma soprattutto, l’assessorato ai Servizi sociali si preoccupa di valutare il livello di preparazione delle aspiranti domestiche, in modo da garantire che gli anziani finiscano in buone mani. Tra i compiti dello «Sportello badanti» ci sono infatti l’analisi del bisogno e dei preventivi di spesa, la selezione della lavoratrice in base a regolarità della posizione, disponibilità e competenza, il sostegno all’incontro tra domanda e offerta, la verifica a domicilio per valutare le condizioni di inserimento. Un servizio prezioso se si pensa che, secondo Giorgio Roversi della Cgil Lombardia, «sul territorio regionale sono complessivamente 130mila le badanti, di cui il 40% con il permesso di soggiorno non in regola».
Anche se i numeri della Cgil andrebbero in realtà aggiornati. Secondo l’ufficio Statistica dell’Ismu, a livello regionale le badanti sono 20mila in più, per un totale di 150mila (50-60mila senza permesso di soggiorno). Cifre che, a livello provinciale, arrivano a quota 90mila, di cui 28-30mila clandestine, mentre nel Comune di Milano sono attive 45mila domestiche. Dati in costante evoluzione, se si pensa che in un anno l’incremento per la Lombardia è stato di 44mila badanti (nel 2007 erano 106mila). Ai primi posti, come provenienza, ci sono ucraine (15mila), filippine (14mila), romene e peruviane (11-12mila). Meno consistenti altre nazionalità come Ecuador e Albania (8-9mila badanti ciascuna), Moldova e Sri Lanka (entrambe sopra quota 4mila). Anche se quello della Moldova è il gruppo più in crescita e condivide con l’Ucraina la maggiore specializzazione delle immigrate nel settore dell’assistenza domiciliare. Mentre tra gli uomini extracomunitari impiegati come domestici, pari a uno ogni nove-dieci donne, la prevalenza quasi assoluta è dei filippini, ben 6mila su un totale di 11mila.
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