Il caffè non è solo uno degli alimenti che caratterizzano la dieta degli italiani, ma è anche un vero e proprio rituale, un "momento" con cui addolcire la giornata o concludere al meglio un pasto condiviso. Quante volte ci siamo fermati, al bancone di un bar o a casa, a mescolare il caffè col cucchiaino, prolungando il piacere del sorso attraverso l'attesa? Ecco, proprio questo gesto che sembra più un retaggio culturale, potrebbe avere benefici non indifferenti sulla nostra salute.
Famoso in tutto il mondo, con lavorazioni che differiscono da paese a paese - un espresso italiano non potrà mai essere paragonato a un espresso di New York, ad esempio - il caffè è spesso demonizzato perché ritenuto non salutare per l'organismo. Sebbene alcuni studi abbiano dimostrato che il caffè può essere d'aiuto a prevenire il diabete o alcune forme di tumore alla pelle, la sostanza arrivata in Europa nel 1617 è spesso al centro del dibattito per gli effetti collaterali che porta con sè, che vanno dall'insonnia alla gastrite, dall'aumento dei disturbi d'ansia alla tachicardia. Come qualsiasi altro elemento, il consumo eccessivo può fare molto male all'organismo, a causa soprattutto di alcune sostanze che si trovano al suo interno. Tra le più "pericolose" c'è senza dubbio la acrilammide.
Come si legge sul sito dell'AIRC, l'acrilammide è un composto tossico che viene usato in alcuni processi industriali che avvengono ad alte temperature. Nel caso del caffè, questa sostanza si forma durante la fase di tostatura dei chicchi, quando la temperatura di lavorazione supera i 200 gradi. Secondo alcuni test effettuati in laboratorio, l'uso eccessivo di alimenti e sostanze che contengono l'acrilammide - non solo il caffè, ma anche patate e pane morbido - potrebbero aumentare il rischio di sviluppare forme tumorali. Gli studi, però, sottolineano che questi rischi sono legati a dosi che sfiorano le 10.000 volte rispetto a quelle consumate normalmente nella dieta degli esseri umani.
Per quanto riguarda il caffè, la presenza di questa sostanza tossica non può essere in alcun modo annullata, ma di certo la si può mitigare scegliendo, ad esempio, la varietà arabica, che storicamente porta a meno formazione di acrilammide. Inoltre la lavorazione e l'estrazione del caffè può fare ulteriore differenza: tecniche più rapide,come l'espresso, possono assottigliare la presenza e l'estrazione dell'acrilammide. Tuttavia, sembrerebbe esserci un'altra tecnica che permette di diminuire i livelli di tossicità. Quale? Mescolare il caffè prima di berlo, anche senza l'aggiunta di zucchero. Come sottolinea Geopop non esistono prove scientifiche a sostegno di questa tesi e gli studi sono ancora a livello embrionale. Tuttavia è stato acccertato che l'acrilammide è una sostanza volatile e dunque, proprio grazie al movimento concentrico del cucchiaino, evaporerebbe. In questo modo i livelli di "tossicità" si ridurrebbero ulteriormente.
Inoltre, come riporta anche il sito di Caffè Borbone, miscelare il caffé prima di berlo aiuterebbe anche ad esaltare il gusto, dal momento che renderebbe più omogenea la consistenza della bevanda, senza rischiare di avere un primo sorso liquido e insapore e un fondo tazza estremamente denso e forse troppo forte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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