I funghi sono un alimento prelibato e molto apprezzato nella cucina, ma è bene sapere che esistono delle specie in grado di fornire benefici inaspettati sulla nostra intelligenza e in generale sulle facoltà cognitive del cervello.
Stando ai risultati di una ricerca scientifica i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista Nature Reviews Neuroscience, a fornire un prezioso contributo in tal senso sono in particolar modo una serie di composti bioattivi come l'ergotioneina, i polisaccaridi e i triterpeni, che agiscono in sostanza come dei veri e propri fertilizzanti per il nostro cervello, stimolando le sue prestazioni a livello cognitivo e mnemonico. Queste sostanze nutrienti, nello specifico, favoriscono e stimolano la formazione di nuovi neuroni (neurogenesi), contrastano lo stress ossidativo principale responsabile dell'invecchiamento delle nostre cellule cerebrali e intervengono positivamente nell'agevolare le connessioni sinaptiche, per cui migliorano le fasi di apprendimento e memoria. Ergotioneina, polisaccaridi e triterpeni, secondo gli esperti, riuscirebbero inoltre a favorire la "plasticità cerebrale", cioè l'abilità del nostro cervello di rispondere in modo costruttivo agli stimoli, adattando ad essi le funzioni, le connessioni e addirittura la sua struttura.
A conferma di ciò vi sono anche i dati relativi a uno studio realizzato dall'Università di Singapore, che si è concentrato in particolar modo sui funghi ricchi di ergotioneina e sugli effetti che il loro consumo ha portato su 600 anziani volontari. I partecipanti, che hanno mangiato ogni settimana 300 grammi delle specie selezionate nella sperimentazione, hanno visto ridurre del 50% la possibilità di sviluppare demenza o segnali di degrado cognitivo alla base di patologie gravi come l'Alzheimer.
Ma quali sono le specie di funghi più benefiche per il nostro organismo? Il "testa di scimmia" o "testa di leone", il cui nome scientifico è Hericium erinaceus, viene tuttora utilizzato nella medicina tradizionale cinese. Secondo gli autori dello studio, esso contribuirebbe a produrre la FCN ("fattore di crescita nervoso"), una proteina fondamentale per lo sviluppo e la protezione dei neuroni: ciò si traduce in concreto con una serie di miglioramenti della memoria, della capacità di apprendimento e concentrazione. Una ricerca giapponese del 2022 ha dimostrato che l'assunzione di questi funghi su pazienti affetti da disturbi cognitivi aveva portato in sole 12 settimane a un netto miglioramento della memoria verbale e visiva.
Altra specie è il Chaga, che si trova spesso sui tronchi delle betulle: si tratta di un alimento ricco di antiossidanti dai grandi benefici, dato che non solo protegge le cellule cerebrali dai radicali liberi, ma migliora le capacità mnemoniche e contrasta il declino conseguente allo stress ossidativo.
C'è poi il Reishi, ribattezzato "fungo dell'immortalità": anche questa specie è in grado di ridurre lo stress ossidativo, contribuendo a contrastare il sovraccarico mentale. Ricco di polisaccaridi e triterpenoidi, può contribuire a migliorare la nostra lucidità mentale.
Molto diffuso in Oriente il fungo Shitake, ricchissimo di preziose vitamine del gruppo B: questa specie influisce positivamente sulla produzione di serotonina e dopamina, dando benefici sull'umore e sulle funzioni mnemoniche e cognitive. Se mangiato regolarmente, come dimostrato da studi condotti in Giappone, consente di contrastare il decadimento cognitivo conseguenza della vecchiaia.
Noto per la sua singolare forma col nome di "fungo bruco", c'è infine anche il Cordyceps: nella medicina cinese di tipo
tradizionale viene somministrato per incrementare l'energia vitale dei pazienti. Grazie alla presenza di adenosina, che aumenta il livello di attenzione e concentrazione, risulta molto efficace nelle fasi di stanchezza mentale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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