Spunta un anticarro nordcoreano in Ucraina: Mosca schiera il Bulsae-4

Un veicolo corazzato anticarro nordcoreano, il "Bulsae-4", è stato osservato tra le fila russe durante un combattimento in Ucraina

Spunta un anticarro nordcoreano in Ucraina: Mosca schiera il Bulsae-4
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La Russia sembra aver schierato un sistema Atgm (Anti Tank Guided Missile) a lungo raggio semovente “Bulsae-4” di fabbricazione nordcoreana in Ucraina. Il veicolo è stato osservato nella regione di Kharkiv, vicino al confine russo, e a quanto pare avrebbe colpito e distrutto un semovente di artiglieria AS-90 di fabbricazione britannica in uso nell'esercito ucraino. Le immagini che dimostrerebbero il primo utilizzo di questo sistema anticarro mobile nordcoreano nell'esercito russo sono state riprese da un drone da ricognizione e diffuse sui social network bella giornata di ieri.

Il “Bulsae-4” è un veicolo corazzato su ruote a tre assi (6x6) che ha una torretta brandeggiabile montante 8 celle per missili anticarro guidati del tipo Nlos (Non Line of Sight) ovvero capaci di colpire bersagli che non sono in linea di visuale. Da quello che sappiamo i missili sono dotati di grandi ali stabilizzatrici progettate per profili di attacco dall'alto, che consentono quindi di colpire i veicoli corazzati nei loro punti più vulnerabili. I missili hanno una gittata effettiva stimata tra 10 e 25 chilometri e utilizzano un seeker elettro-ottico combinato con una guida a cavo in fibra ottica. Questo sistema interfaccia la guida manuale tramite un collegamento video, consentendo all'operatore di regolare il puntamento e garantire un'elevata precisione, anche oltre la linea di visuale. Per la sua autoprotezione, il veicolo monta una serie di tre lanciatori di granate fumogene su ciascun lato nella parte anteriore della torretta.

Si ritiene che il veicolo anticarro sia entrato in servizio in Corea del Nord alla fine degli anni '10 e vederlo nelle fila dell'esercito russo non deve sorprendere. Sappiamo infatti che Pyongyang recentemente ha siglato con Mosca un patto strategico che prevede la cessione da parte nordcoreana di armamenti in cambio di aiuti economici, alimentari e tecnologici. La Corea del Nord, quindi, dopo aver ceduto munizionamento d'artiglieria di vario tipo e possibilmente missili balistici a corto raggio, ha inviato anche mezzi corazzati di ultima generazione, probabilmente anche con lo scopo di testarli in combattimento come avviene per quelli di fabbricazione occidentale. Ci sono state segnalazioni precedenti di sistemi Atgm non specificati di fabbricazione nordcoreana diretti in Russia, ma questa sembra essere la prima volta che sappiamo di che tipo siano, anche se non è chiaro quando sia arrivato il “Bulsae-4”.

Quello che gli analisti e gli esperti militari ora temono, è che la collaborazione tra Russia e Corea del Nord possa portare a un miglioramento significativo delle capacità di Pyongyang nel campo delle missilistica, che rappresenta la minaccia maggiore per il teatro dell'Indo-Pacifico stante gli ultimi sviluppi in quel settore che hanno visto anche lanci di missili ipersonici del tipo Hgv (Hypersonic Glide Vehicle).

Non è da escludere nemmeno che Mosca possa aiutare il settore aeronautico nordcoreano in qualche modo, magari cedendo qualche caccia MiG-29 delle ultime versioni (più moderne rispetto a quelli della Corea del Nord) oppure addirittura cedendo i Su-35E a cui da tempo l'Egitto ha rinunciato, e che a quanto pare non hanno ancora trovato un acquirente nonostante il vivo interesse iraniano.

Volendo però effettuare un'analisi “costi/benefici”, e in considerazione della politica russa per la penisola coreana che ha sempre previsto una “non nuclearizzazione”, è difficile pensare che in questo momento Mosca ceda tecnologia avanzata nel settore missilistico in cambio di proiettili d'artiglieria, missili a corto raggio e veicoli corazzati come il “Bulsae-4”, anche se non possiamo escluderlo a priori.

Il supporto tecnologico, se Mosca dovesse attenersi alla linea politica che ha sempre avuto per la Corea del Nord, potrebbe limitarsi al settore navale (in particolare quello dei sottomarini) e a quello aeronautico, senza dimenticare la tecnologia per l'energia nucleare di utilizzo civile, anche considerando la “fame” di energia nordcoreana.

Quello che è certo è che alla Corea del Nord si è aperta una finestra di opportunità per testare le proprie armi e per poter effettuare tutte le migliorie del caso in un momento storico in cui i

rapporti col Sud e con gli Stati Uniti sono tornati particolarmente freddi, al punto da aver convinto anche Seul a prendere una decisione storica: partecipare al comando unificato nippo-statunitense per il Pacifico Occidentale.

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