Il carburante obsoleto dei missili rappresenta una bomba a orologeria che danneggerebbe gli arsenali nucleari di Stati Uniti e Cina fino a comprometterne l'efficacia. È questo il sunto di una ricerca realizzata da un team di scienziati cinesi del National Key Laboratory of Solid Rocket Propulsion di Xian, secondo cui il combustibile solido utilizzato nei missili balistici intercontinentali (Icbm) invecchierebbe molto più rapidamente di quanto fin qui ipotizzato. Il rischio, dunque, è gran parte dei gioielli posseduti da Washington e Pechino potrebbero essere inutilizzabili. La causa, come detto, sarebbe da ricercare nei cambiamenti significativi nelle colonne di combustibili che possono renderle incapaci di sopportare carichi considerevoli in fase di volo. In attesa di ulteriori conferme, c'è chi ipotizza che potrebbe essere questo il motivo alla base dei frequenti fallimenti di lanci sperimentali realizzati da alcune potenze nucleari.
L'allarme sugli arsenali nucleari di Usa e Cina
Lo studio, condotto dall'ingegnere senior Qin Pengju, ha scoperto che mentre il propellente invecchiato appariva stabile durante lo stoccaggio di routine, diventava significativamente più fragile sotto alta pressione. La sua ricerca si è concentrata sul combustibile solido comunemente utilizzato negli Icbm: perclorato di ammonio, polvere di alluminio e legante polibutadiene idrossile-terminato (HTPB). Il sito South China Morning Post sottolinea come i risultati dello studio suggeriscano che la duttilità del combustibile sotto pressione possa essere compromessa dopo appena 27 anni, portando a possibili rapide fratture durante il lancio.
Il problema in questione ha sollevato preoccupazioni circa la capacità di deterrenza nucleare in declino degli Stati Uniti, che si basa sui missili Minuteman III fabbricati negli anni '70 e sui missili Trident II che sono operativi da quasi tre decenni. E proprio un test fallito dell'Icbm Minuteman III nel novembre 2023 ha accresciuto le preoccupazioni in merito all'arsenale nucleare terrestre obsoleto degli Usa. Tra l'altro, ha aggiunto l'Asia Times, gli Stati Uniti si trovano ad affrontare crescenti pressioni per sostituire i loro obsoleti Minuteman III, a causa di ritardi e sforamenti di costo che affliggono il programma di nuova generazione LGM-35A Sentinel.
I jolly di Pechino
Questa situazione, in sostanza, solleva preoccupazioni circa l'affidabilità e la deterrenza in mezzo alle crescenti minacce dei rivali nucleari. A differenza degli Stati Uniti, Cina e Russia hanno modernizzato in modo aggressivo i loro arsenali nucleari. Pechino, in particolare, sta aumentando la produzione di materiale fissile mentre Mosca sta mostrando la sua politica del rischio nucleare nella guerra in Ucraina.
Sebbene i sistemi a combustibile liquido possano evitare i problemi associati al combustibile solido, comportano sfide quali propellenti difficili da immagazzinare, complessità di progettazione, che apre maggiori punti di possibile guasto, e la necessità di essere riforniti prima del lancio, a differenza dei missili a combustibile solido.
Una recente analisi del Pentagono ha previsto un aumento, da parte della Cina, di 100 testate nucleari rispetto all’anno precedente, per un arsenale formato da oltre 500 ordigni, oltre che una Marina in continua ascesa, con 370 navi e sottomarini in servizio rispetto ai 340 rilevati nell’ultima registrazione, e legami approfonditi con svariati Paesi, Russia in primis, che potrebbero contribuire ad accrescere la qualità nel caso di un’ipotetica guerra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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