"Muro di droni" contro la Russia: il piano Nato per il fianco Est

Norvegia, Polonia, Finlandia e Paesi Baltici hanno intenzione di costruire un sistema coordinato di velivoli senza pilota capace di prevenire futuri attacchi ibridi da parte delle forze del Cremlino

"Muro di droni" contro la Russia: il piano Nato per il fianco Est
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Gli Stati al confine con la Russia intendono potenziare le loro difese dopo una serie di provocazioni da parte di Mosca costruendo un “muro di droni”. I ministri degli Interni di Finlandia, Polonia, Norvegia e dei Paesi baltici hanno dichiarato di aver discusso nel fine settimana della creazione di un sistema coordinato di velivoli senza pilota lungo la frontiera con la Federazione, in modo da prevenire future azioni aggressive nei loro confronti.

È una cosa completamente nuova e l'obiettivo è quello di utilizzare i droni e altre tecnologie per proteggere i nostri confini contro le provocazioni di Paesi ostili e per prevenire il contrabbando”, ha dichiarato il titolare del dicastero lituano Agne Bilotaite. Il suo omologo finlandese Mari Rantanen ha affermato che il piano “migliorerà nel tempo” e permetterà la difesa dei 1.340 chilometri di confine che separano i territori controllati da Helsinki dalla Russia. Non sono stati forniti dettagli sulle tempistiche di realizzazione del progetto e il ministro degli Interni di Vilnius ha sottolineato che ogni Paese dovrà svolgere i propri “compiti a casa”, alludendo anche alla possibilità di utilizzare fondi dell’Unione europea.

I sei Stati Nato hanno anche discusso i piani per l’evacuazione della popolazione civile in caso di conflitto. A tal proposito, i funzionari finlandesi hanno espresso la loro sorpresa per il fatto che l’Ucraina abbia mantenuto i non combattenti vicini alle zone calde del fronte affermando che, se dovesse scoppiare una guerra con Mosca, gli abitanti delle aree di confine verrebbero immediatamente allontanati.

Dall’inizio dell’invasione russa, i Paesi del fianco orientale dell’Alleanza atlantica hanno dovuto affrontare una serie di attacchi ibridi da parte del Cremlino, ovvero azioni non militari che puntano alla destabilizzazione interna. Le autorità della Federazione hanno sospinto ondate di immigrati verso il confine con la Finlandia, costringendo Helsinki ha chiudere tutti i valichi, mentre in Polonia vi sono stati diversi arresti di presunti agenti al soldo dell’Fsb e incaricati di condurre azioni come incendi dolosi e sabotaggi. Il 22 maggio, inoltre, il ministero della Difesa russo ha pubblicato un piano di espansione dei propri confini marittimi con Lituania e Finlandia.

Il giorno successivo, le guardie di frontiera della Federazione hanno rimosso dalle acque estoni 25 boe che segnavano il limite delle zone di competenza dei due Stati, scatenando l’indignazione dei Paesi Nato e una raffica di messaggi di sostegno a Tallin.

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