"Potenziate coi soldi Usa": la rivelazione sulle armi della Cina

Almeno cinque società di venture capital Usa avrebbero investito circa 3 miliardi di dollari in Cina in startup impegnate a sviluppare tegnologie poi sfruttate da Pechino in ambito militare

"Potenziate coi soldi Usa": la rivelazione sulle armi della Cina
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La Cina sarebbe riuscita a potenziare le proprie capacità militari anche grazie ad un maxi investimento dal valore di 3 miliardi di dollari effettuato da cinque società di venture capital statunitensi in alcune sue aziende impegnate a sviluppare tecnologie. Tecnologie, tuttavia, che sarebbero state poi sfruttate in ambito militare – e quindi per rafforzare l’Esercito Popolare di Liberazione – e per migliorare il controllo sulla società – e dunque sfornando telecamere o altri dispositivi simili.

I fondi Usa e lo sviluppo delle capacità militari della Cina

La notizia è stata riportata dal Wall Street Journal che ha citato un’indagine del Congresso Usa. Sotto i riflettori, in particolare, è finito l’ultimo rapporto realizzato dalla House Select Committee on the Chinese Communist Party che ha esaminato anni di investimenti da parte di società di venture capital Usa in startup di intelligenza artificiale e semiconduttori in Cina. Ebbene, è emerso che quasi due terzi del totale investito da queste aziende, pari a 1,9 miliardi di dollari, sia stato destinato a società di intelligenza artificiale la cui tecnologia avrebbe contribuito alla crescita militare della Cina e alle violazioni dei diritti umani. In alcuni casi, le citate aziende si sarebbero trovate addirittura nella lista nera del governo statunitense.

"Decenni di investimenti - oltre a finanziamenti, trasferimento di conoscenze e altri benefici intangibili - da parte di società di capitali statunitensi hanno contribuito a costruire e rafforzare i settori prioritari della RPC (Repubblica Popolare Cinese ndr)", si legge nel report. La commissione non ha contestato la legalità degli investimenti, chiedendo tuttavia di modificare le politiche per garantire che i capitali di rischio Usa non vengano più utilizzati per sostenere la sicurezza nazionale cinese e gli sforzi di sorveglianza di Pechino.

L’indagine di Washington

Scendendo nei dettagli l'indagine in questione è iniziata l'anno scorso, quando la commissione ha richiesto informazioni agli investitori di venture capital, compresi nomi del calibro di Sequoia Capital, Qualcomm's QCOM, Walden International, GGV Capital e GSR Ventures. Secondo il documento, queste società avrebbero investito in Cina denaro proveniente da soci statunitensi, come fondi pensione e fondi universitari. Molti degli investimenti in startup riferiti sarebbero avvenuti anni fa, prima che Washington designasse le aziende cinesi in questione come minacce alla sicurezza nazionale. In alcuni casi, le società di venture avrebbero venduto le loro partecipazioni.

Sequoia ha dichiarato che la maggior parte dei suoi investimenti in Cina è stata gestita dal suo braccio cinese, che ora è diventato una società separata e indipendente. Qualcomm ha spiegato di avere solo piccoli investimenti oltre la Muraglia. GGV Capital di avere degli schermi per gli investimenti problematici, mentre altri soggetti non hanno risposto ai chiarimenti del Wsj.

Secondo il paper, i cinque colossi Usa citati hanno investito più di 140 milioni di dollari in società di IA che forniscono tecnologia all'esercito cinese o ai suoi appaltatori, e più di 130 milioni di dollari in startup di IA segnalate dal governo statunitense come promotrici di violazioni dei diritti umani.

Ricordiamo che la commissione, istituita l'anno scorso, cerca di impedire alle imprese americane di favorire le ambizioni tecnologiche di Pechino. Il suo obiettivo consiste nel rallentare i progressi tecnologici del Dragone, gli stessi che potrebbero essere utilizzati contro gli Stati Uniti in un conflitto militare.

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