Da Zhuhai, nella provincia cinese di Guangdong, arriva la notizia che la Russia avrebbe trovato il primo cliente estero per il suo caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57.
“Abbiamo già firmato i contratti, i primi, per l'aereo Su-57” ha detto Alexander Mikheev, amministratore delegato dell'agenzia per l'esportazione di armamenti russa Rosoboronexport, ai giornalisti durante l'airshow in Cina come riportato dalla prestigiosa rivista Aviation Week. Mikheev non ha rivelato la controparte del presunto contratto di vendita, né il programma di consegna associato.
La Russia ha utilizzato l'evento di Zhuhai per il debutto internazionale del Su-57 (“Felon” in codice Nato): il caccia bimotore a bassa osservabilità ha partecipato al programma di volo ed è stato anche esposto alla mostra statica. La Russia ha inviato uno dei primi prototipi del Su-57 (identificato dal numero 054) al salone aeronautico biennale del settore anziché una versione di produzione in serie, e sappiamo che la configurazione per l'esportazione è denominata Su-57E, perché l'abbiamo osservata per la prima volta durante l'esposizione aeronautica russa “Maks” del 2021.
Sebbene non sia stato rivelato il Paese straniero autore del possibile contratto di acquisto, è molto probabile che si tratti dell'Algeria in quanto da tempo Algeri ha mostrato vivo interesse per il Su-57. Voci in tal senso erano già state diffuse nel 2019, quando si parlava di una tranche di 14 caccia che sarebbero stati accompagnati da altrettanti Su-34 e un pari numero di Su-35S. Di questi, nessuno sembra essere in fase di consegna (e si specula che l'Algeria possa ricevere i Su-35S originariamente destinati all'Egitto), ma sebbene non vi siano certezze riguardanti il Su-57 per l'aeronautica algerina è bene ricordare che il Paese nordafricano, che ha la Russia come primo fornitore di armamenti, non teme le sanzioni internazionali imposte dagli Stati Uniti tramite il Caatsa (Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act): un provvedimento varato da Washington nel 2017 che eleva sanzioni verso quei Paesi che acquistano armamenti da una lista di Paesi “ostili” tra i quali figura anche la Russia.
I Su-57 attualmente in produzione sono però lungi dall'essere dei cacciabombardieri nella loro versione definitiva: il problema principale è infatti dato dai nuovi motori (AL-51) che tardano a essere messi in produzione di serie, al punto che anche nei tre esemplari consegnati all'aeronautica militare russa a settembre 2024 erano stati montati i “vecchi” AL-41F1. Si tratta di un inconveniente non da poco in quanto i nuovi motori dovrebbero dare una delle caratteristiche dei velivoli di quinta generazione, cioè la “supercrociera” ovvero la capacità di mantenere la velocità supersonica durante il volo di crociera senza l'ausilio del postbruciatore. Attualmente, solo l'F-22 è effettivamente un velivolo dotato di questa caratteristica (a Mach 1,82) mentre l'F-35 la ha in modo limitato, ovvero per al massimo150 miglia a Mach 1,2 e sfruttando il postbruciatore nell'iniziale fase di accelerazione.
L'industria aeronautica russa non è nuova ad annunci riguardanti la vendita all'estero di velivoli che poi si rivelano infondati: ricordiamo, ad esempio, che per il nuovo caccia Su-75 “Checkmate”, anch'esso presentato al Maks del 2021, l'allora vice primo ministro Yuri Borisov aveva affermato più volte che ci sarebbe stato un primo cliente estero, ma a tutt'oggi il velivolo è rimasto solo sulla carta.
Il “Checkmate” aveva fatto la sua prima uscita ufficiale al di fuori della Federazione Russa durante il Dubai Air Show del novembre del 2021 e Mosca nel 2022 prevedeva che avrebbe effettuato il suo primo volo nel 2023, con l’avvio della produzione nel 2025, ma come sappiamo il nuovo caccia monomotore “leggero” destinato all'export non ha ancora nemmeno effettuato il roll out.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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