A dispetto dei catastrofisti qui i motori sono divinità

Mancano meno di 48 ore alla chiusura del 37° Motor Show di Bologna, ma non è ancora tempo di bilanci di un'edizione sopravvissuta alla profonda crisi, grazie alla tenacia degli organizzatori e a una nutrita pattuglia di case automobilistiche che hanno scelto di non mancare all'unico Salone italiano dell'auto riconosciuto a livello internazionale. Dicevamo che non è ancora il momento di tirare le somme, perché si è all'inizio del lungo weekend durante il quale la pista, come sempre, sarà al centro dell'attenzione di un pubblico atteso numerosissimo vista l'ottima affluenza registrata nelle prime giornate. Ecco, il pubblico, il popolo del Motor Show che ancora coltiva la passione per i motori, per le due e le quattro ruote, e che manda da Bologna un segnale forte a dispetto della demotorizzazione invocata dai catastrofisti, che non ha trovato smentita da parte delle autorità, tutte defilatesi al momento dell'inaugurazione, quel rituale taglio del nastro che è stato affidato a Guido Barilla, un industriale che rappresenta l'eccellenza italiana nel mondo e che ha colto l'importanza dell'evento: «Sono un appassionato del Motor Show e ora sono nella generazione che porta qui i suoi figli: l'auto è strategica per l'Italia, è bello vedere un Salone del genere in un momento come questo». Padri e figli, la passione che si tramanda è uno dei segreti dell'evento bolognese che è troppo facile liquidare con il termine «kermesse», perché qui sono passati negli anni i capolavori del Museo Alfa Romeo di Arese (che non esiste più) e della Porsche di Stoccarda, imprese mai riuscite in altre blasonate rassegne motoristiche, momenti che i padri ricordano bene. Certo, ci sono i van che servono i panini con la porchetta e si fa la fila per comprare l'intimo firmato Calvin Klein da un distributore automatico assistiti da affascinanti ragazze che sono appena scese dalla passerella, alcune delle centinaia (la crisi non ne ha ridotto il numero e nemmeno l'avvenenza) che contribuiscono storicamente al successo del Motor Show. Oppure si può fare un pensierino ad arruolarsi, riempiendo i moduli allo stand dell'Esercito su uno stand dove l'elicottero Mangusta è preso d'assalto, quasi fosse la Ferrari Enzo esposta poco lontano nello spazio del Museo Ferrari di Maranello.

Ma la voglia del contatto con le auto la vince su tutto, e quindi tutti in fila per i test drive sulle aree esterne o per le piccole elettriche a Electric City, per un'esperienza che soltanto il Motor Show può offrire.

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