Quando tocca agli altri sono i primi a sputare sentenze. Si indignano, si stracciano le vesti, maledicono l'Italia e la svergognano all'estero. I Bersani, i Di Pietro, le Rosy Bindi, i Santoro, Eco, Repubblica e Micromega hanno passato gli ultimi anni a denunciare, dentro e fuori, la faccia sporca del governo Berlusconi. Non facevano in tempo a sedersi a cena con qualcuno a Londra, Parigi, New York o Madrid che cominciavano la litania dei puritani piagnoni.
Ogni trenta secondi annunciavano che stavano facendo le valigie per trasferirsi all’estero, senza mai partire, e con la speranza che qualcuno li fermasse dicendo: tranquilli, il Cavaliere si è dimesso. Il loro guaio è che nessuno li considera un’alternativa credibile. Gli italiani li conoscono meglio di quanto loro stessi credono. E ricordano i loro Consigli dei ministri di lacrime e sangue. Se tornano al potere non saranno diversi. Eccoli, immaginiamoli, questi signori casti e puri, che predicano bene e razzolano male, con i loro scheletri e i meschini conflitti di interessi. Benvenuti nel governo dei furbetti. Quello che, speriamo, non arriverà mai.
Come premier è inutile andare a caccia di un improbabile Papa straniero, questa lotteria sfibrante di Draghi, Monti e Casini vari. Meglio andare direttamente alla fonte, Carlo De Benedetti si assuma le sue responsabilità e vada a Palazzo Chigi, lasciandosi alle spalle la carriera da ventriloquo. In questo modo ci mette la faccia e la smette di liquidare tutti i leader della sinistra in cerca di occupazione. Questa volta il vampiresco Visco è meglio che stia lontano dai soldi degli italiani, prenda posto al dicastero della Famiglia, visto che almeno di fronte all’amore filiale si toglie i canini e trova al pargolo una casa a prezzo di comodo con asta deserta. Anche gli esattori tengono famiglia. La Sanità è molto ambita. Rosy Bindi pensa sia una poltrona acquisita per usucapione. Ma visti i successi economici e giudiziari della Puglia chi meglio di Nichi «narratore» Vendola può organizzare la malasanità? Magari con Tedesco come sottosegretario.
Il Guardasigilli in un governo battezzato e benedetto dalle procure non può che essere un ex pm. De Magistris è perfetto. Lo sfidante dell’Idv è giustizialista con tutti tranne che con se stesso, tanto che si è fatto scudo con l’immunità europea per evitare la querela di Mastella. Non fate agli altri quello che pretendete di fare solo per voi. Massima evangelica di tutti i manettari giacobini. A proposito di giacobini chi meglio di Michele Santoro al Welfare. Grazie ai suoi consolidati rapporti con i pretori tutti potranno avere un posto in prima serata a vita. Serve un nome autorevole per gli Esteri. Il professore sogna ilQuirinale,ma D’Alema pur di non darglielo si farebbe tagliare i baffi. Romani Prodi può tranquillamente sedersi al posto di Frattini, visto che i suoi rapporti privilegiati con la Cina e Gheddafi lo rendono inattaccabile.
L’ex premier sembra un prete, ma sotto la tonaca nasconde un sesto senso per gli affari occulti. Per la scuola serve un Fioroni bis, l’ex ministro della Pubblica istruzione manda naturalmente il figlio in un istituto privato. Il ministero dell’Interno spetta di diritto a Elisabetto Tulliani, prestanome di Gianfranco Fini. Nessuno più di lui è esperto di interni, siano camere o appartamenti. Il fido Bocchino, passata la sbornia dell’Unità d’Italia può rivendicare in nome del suo nome Italo la prestigiosa poltrona dei Beni culturali, tra proprietà occulte, in perenne crisi, e fiction per la moglie è un benemerito di informazione e tutto quanto fa spettacolo. Allo Sviluppo Rosa Russo Iervolino. Così l’Italia riuscirà finalmente a fare della monnezza un pilastro del pil.
Chi mandare alle Pari opportunità? Niente calendari. Qui serve una scrittrice svelta e accorta come Cinzia Sasso, la giornalista di Repubblica. Il suo tempismo nel disdire il contratto d’affitto con il Pio Albergo Trivulzio proprio il giorno prima che il suo nome uscisse sui giornali la rende insuperabile nel cogliere l’opportunità.
L’Ambiente non è più quello di una volta. Ci vuole uno che in pubblico si proclami verde e con la bandiera blu, ma in privato se ne freghi del mare pulito e delle coste incontaminate. Un nome su tutti: mister Tiscali Renato Soru, con tutti i terreni che ha reso edificabili quandoera governatore della Sardegna è una garanzia. Tutte le strade portano a Roma. È per questo che ai Lavori pubblici serve Pierfurby Casini, con il suocero che si ritrova il lavoro non mancherebbe mai. Soprattutto acquedotti e grandi opere.
Il Tesoro va a Di Pietro, è riuscito a raggranellare un tesoretto immobiliare dal nulla. Il tutto predicando onestà.
L’ultima poltrona va di diritto al segretario del Pd. Alle Finanze il buon Bersani, che riesce sempre a far quadrare i conti. Basta vedere come è stato bravo a far apparire dieci milioni di firme. Nel governo dei furbetti anche la magia è scarsa in matematica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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