Roma - Nel maxiemendamento al dl anticrisi presentato dal governo non ci sono più la stretta sulle banche, alcune norme sui giochi e le disposizioni sulla Corte dei Conti. Intervenendo nell’Aula della Camera dopo la dichiarazione di ammissibilità dell’emendamento del governo da parte del presidente Gianfranco Fini, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha spiegato che il maxiemendamento è "nella sostanza quello base della commissione".
Salta la stressa sulle banche Per quanto riguarda le banche sono saltate la norma in tema di massimo scoperto secondo cui il corrispettivo per l’eventuale sconfinamento, oltre l’affidamento richiesto, non può superare lo 0,5% dell’importo dell’affidamento. Via anche l’obbligo per le banche di non innalzare i tassi di interesse, in sede di modifica delle condizioni contrattuali, oltre al 5% del tasso originario. Poi, in caso di modifica unilaterale delle condizioni del contratto, i clienti continueranno ad avere 60 giorni di tempo per recedere(non 120 giorni come approvato in commissione). La presidenza ha dichiarato ammissibili poi le parti in cui il governo ha chiesto di ripristinare le norme sulle banche contenute nel testo originario del decreto e che scatteranno dal primo novembre 2009. Dunque, la data di valuta dei bonifici e degli assegni circolari non potrà superare 1 giorno, mentre quella di disponibilità i 4 giorni (era stata portata in commissione a 1). Per gli assegni bancari, la valuta sarà a 3 giorni e la disponibilità a 5 (era scesa a 3).
Le riserve auree Passando alla tassazione delle riserve auree, il parere della Bce non dovrà essere più necessariamente "favorevole" ma semplicemente "non ostativo". Per quanto riguarda le norme sugli ammortizzatori sociali per i settori non coperti dalla cassa integrazione, il maxiemendamento prevede per l’emanazione del decreto del ministero del Lavoro anche il concerto con il ministro dell’Economia, le norme in deroga varranno solo per il biennio 2009-2010 e non dovranno recare nuovi o maggiori oneri per le casse dello Stato.
Il Patto di stabilità In tema di Patto di stabilità interno, aumenta da 2 a 2,250 miliardi l’ammontare dei residui passivi sbloccati per i pagamenti di investimenti fatti dagli Enti locali "virtuosi".
Resta fermo lo stanziamento da 1,3 miliardi di euro per la società Stretto di Messina ma sarà il Cipe a determinare, con proprie deliberazioni, le quote annuali del contributo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e le assegnazioni già disposte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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