
ultima scultura del Cinquecento italiano è la Santa Cecilia di Stefano Maderno, concepita tra il 1599 e il 1600, mentre Caravaggio lavora per la chiesa di San Luigi dei Francesi. Anche Stefano Maderno veniva dal Nord, da Capolago nel Canton Ticino, ed era di un anno soltanto più vecchio di Caravaggio. Ma contrariamente a quest'ultimo, arriva presto a Roma, dove lavora a fianco del maestro Niccolò d'Arras.
Nel 1599 è chiamato dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati a scolpire in marmo di Carrara il suo capolavoro. L'intuizione è nell'affidarsi all'emozione e alla commozione per quello che fu considerato un miracolo: il ritrovamento del corpo di Santa Cecilia, integro e incorrotto così come apparve durante gli scavi per il restauro della chiesa di Santa Cecilia. Ciò che sembra assecondare il movimento dello spirito barocco, è invece l'abbandono, come nel sonno, del corpo della santa.
Maderno deve avere a lungo disegnato quella forma sorprendente di giovane donna rannicchiata, e probabilmente non negoziato di rinunciare a mostrarne il volto che nel ritrovamento apparve reclinato e forzosamente girato, anche per il vistoso taglio alla gola, che, diligentemente, lo scultore riproduce. Il velo sulla testa è studiatamente scomposto, e verso di noi si volgono le braccia, con le mani inerti, molli. La tunica è avvolgente, con pieghe studiate e accarezzate, ma è il capo reclinato e girato che accentua la drammaticità, in una commovente declinazione sentimentale.
Maderno rappresenta la verità della morte come il sonno di un adolescente, allontanando il dramma del martirio con una delicatezza prima psicologica che formale. Non c'è la morte. La semplicità è assoluta, analoga a quella della coeva Maddalena di Caravaggio ora nella Galleria Doria Pamphilj. Fra i due artisti c'è una intelligenza del cuore, l'intuizione di celebrare la quiete del sonno, entrambi rubando una posizione inconsapevole: quella della santa nell'attimo decisivo della scoperta, fissandone l'emozione per sempre; quella della Maddalena nel trarre vantaggio dall'assopimento della modella. Inutile svegliarla: Caravaggio approfitta del suo sonno, evita di destarla, di costringerla a una posa forzata per interpretare la parte. Non c'è miglior posa di questa imprevista.
Santa Cecilia e la Maddalena sono sorelle nella contemporanea interpretazione dei due artisti. L'analoga scelta del Maderno ci consegna una delle sculture più delicate e liriche che siano state consacrate alla morte, allontanandone la minaccia nella trasfigurazione della santità, della vita oltre la morte.
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