La donna tuareg o serpente? Se la femminilità è nel deserto

Lo stilista milanese inventa una tunica total blu-chic. E per i 40 anni della maison fiorentina trionfano le frange. Per DSquared modelle basse per lanciare un'immagine da "gallinella". Sfilano piccoli capolavori all'uncinetto

La donna tuareg o serpente?  
Se la femminilità è nel deserto

Milano - C’è un’unica cosa in comune tra le sfilate di Armani e Cavalli andate in scena ieri a Milano: la coerenza dei due designer verso l’immagine di donna che li ha resi grandi. Stiamo parlando di ideali estetici che sconfinano nell’etica, la mistica della femminilità tradotta in abiti dal più famoso stilista del mondo e da quello che candidamente ti dice di aver cominciato a far moda 40 anni fa per conoscere le modelle e adesso tutte le modelle conoscono lui ma non è proprio la stessa cosa. «Ho fatto tutto blu, dalla prima all’ultima uscita perché così poi nessuno lo farà più» motteggia Armani dopo aver fatto sfilare la sua poetica Femme Bleue, magistrale trasposizione al femminile dei cosiddetti uomini blu del deserto, i Tuareg. «Il blu è l’unica alternativa al nero e poi a me piace moltissimo» continua Re Giorgio lanciando uno sguardo significativo alla sua «divisa da lavoro»: pantaloni e T shirt invariabilmente blu. In realtà l’uso di un solo colore ha anche la funzione di mettere in risalto le forme strepitose e il fenomenale studio delle proporzioni nella sua moda per l’estate 2011.
Ci sono pantaloni con le pinces a raggiera, piccole giacche con la baschina danzante, gonne lunghe tagliate in sbieco per cui a ogni passo si crea una sorta di vortice naturale all'altezza delle caviglie. La maggior parte dei modelli da giorno e alcuni di quelli da cocktail o mezza sera prevede una silhouette sottile e pura anche se frutto della sovrapposizione di giacche corte, tuniche lunghe anche se non oltre il ginocchio e sotto gli affusolati calzoni in jersey trasparente che hanno la stessa funzione dei leggins (coprire le gambe con un’ombra) ma sono molto più chic. «Se dividi la figura in tre e poi fai un taglio netto, ottieni di allungarla visivamente, la rendi più slanciata» spiega lo stilista imprenditore. Noi intanto siamo ancora in preda all'incantesimo delle ultime uscite con quegli abiti da sera così sontuosi e al tempo stesso rigorosi di cui solo lui conosce il segreto. Si tratta quasi sempre di modelli che lasciano le spalle nude e si annodano sul corpo come un pareo salvo poi essere tutti tempestati di cristalli. Stavolta sembrano degni di una regina da Mille e una notte nel deserto un po' perché tutte le modelle indossano il copricapo dei Tuareg e un pò per via di questo colore così speciale che Carlo Magno lo elevò a tinta tipica della regalità, tanto che non a caso si dice «sangue blu».
«Ho rubato i vestiti ai serpenti» dice Cavalli poco prima di far sfilare la collezione con cui festeggia in un colpo solo 40 di carriera, i colori polverosi e l’incredibile maestria degli artigiani toscani nel lavorare la pelle. Tanto per dare un’idea i capi non sono cuciti ma tenuti insieme da intrecci di nastri, stringhe e fettucce che poi finiscono in frange, le chilometriche striscioline che danzano a ogni passo delle modelle. Ce ne sono 42 tra cui Laetitia Casta talmente dimagrita che la si riconosce a malapena e Natalia Vodianova bella come un quadro. Ognuna indossa una variazione sul tema di quel che ha consegnato al mito Cavalli: capi ad alto tasso di sensualità e selvaggeria. L’ultima uscita fa quasi paura: 42 tigri super sexy in libertà su una passerella di alcantara.

Da Iceberg, invece, l’idea di recuperare il meglio degli anni Settanta usando come fonte d’ispirazione Faye Dunaway nel film Gli occhi di Laura Mars porta a produrre un'elegante versione contemporanea del maschile al femminile pieno di glamour delle muse di Yves Saint Laurent: Loulou de la Falaise e Betty Catroux. C'è qualcosa di questo anche sulla passerella di DSquared, dove gli irresistibili gemelli canadesi mandano solo modelle piuttosto basse per lanciare un'immagine da «gallinella» che la sa lunga.

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