Le donne di Manzoni. Viaggi Parigi-Milano tra arte e letteratura

Dipinti e documenti: in evidenza l'affinità tra Maria Cosway e la madre di Lisander

Le donne di Manzoni. Viaggi Parigi-Milano tra arte e letteratura
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Artista ed educatrice fuori dagli schemi, attenta a formare nelle discipline sia umanistiche sia scientifiche le giovani donne cui fino a quel momento era riservata solo la cultura del cucito e dell'intrattenimento domestico, Maria Cosway (1760-1836) è stata davvero una pioniera. Il suo nome è noto a Lodi, anche grazie alla Fondazione che porta il suo nome e che si trova in un antico palazzo nel cuore del capoluogo della Bassa.

Ricostruire la vicenda di questa donna, nata da padre inglese e madre italiana, che ebbe una relazione sentimentale niente meno che con Thomas Jefferson, il presidente degli Stati Uniti, è meglio di leggersi un romanzo e gli spazi della Fondazione lodigiana molto fanno per divulgarne l'avvincente biografia e il visionario pensiero. Della sua avventurosa vicenda (scampata a un tentativo di omicidio, apprezzata artista alla corte di Londra, separata non ufficialmente dal marito, cosa impensabile per l'epoca, studiosa di molteplici discipline), spicca su tutti un fatto: nei primi anni dell'Ottocento, si trasferisce a Maleo, piccolo paese vicino a Lodi dove viveva la sorella, ricca possidente terriera. Poco dopo l'intellettuale italo inglese aprirà a Lodi, con l'aiuto di Francesco Melzi d'Eril, un collegio per ragazze ispirato ai principi libertari di Rousseau e Pestalozzi. Maria Cosway diventa nel frattempo molto amica di Giulia Beccaria, la madre del Manzoni, con cui ha una spiccata affinità elettiva: quando la giovane Vittoria, terz'ultima dei figli di Alessandro Manzoni, è in età scolastica, viene mandata dal padre e dalla nonna Giulia proprio a Lodi a studiare nel collegio fondato da Maria Cosway. Parte proprio dal legame tra Giulia e Maria l'originale mostra «Le Donne di Casa Manzoni. Percorsi d'arte, amicizia e letteratura tra Parigi, Milano e Lodi» allestita negli spazi della Fondazione Cosway: curata da Monja Faraoni e Luca Marcarini, è aperta il giovedì e il venerdì dalle 16 alle 19 e sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, a ingresso libero. Occasione preziosa per osservare da vicino dipinti e documenti, è un viaggio attraverso pannelli, antiche riproduzioni, ritratti e dipinti nell'universo femminile reale e di carta che ruota attorno ad Alessandro Manzoni. In mostra, importante prestito della Braidense di Milano, un raffinato ritratto di Giulia Beccaria firmato proprio da Maria Cosway e poi una copia del bel ritratto di Manzoni realizzato da Francesco Hayez, in prestito dall'Accademia di Brera, insieme a un dipinto che ritrae Giulia Claudia, figlia dello scrittore e dell'amata moglie Enrichetta Blondel. Tra una madre vivace (Giulia Beccaria fu campionessa dell'Illuminismo lombardo e donna molto influente per l'epoca) e una moglie come Enrichetta molto pacata e devota, il padre dei «Promessi Sposi» sviluppa una capacità rara di tratteggiare le sfumature di personalità femminili rimaste indelebili nella storia della letteratura.

Questa mostra lodigiana, attraverso ricchi pannelli che spiegano i dettagli delle varie versioni del romanzo manzoniano, ci permette di approfondire anche l'universo delle sue eroine: dalla «sventurata rispose» (ossia Gertrude, la monaca di

Monza), alla pratica donna Prassede («una vecchia gentildonna molto inclinata a far del bene») fino ad arrivare alla dolce Lucia, protagonista de «I promessi Sposi», «con quella modestia un po' guerriera delle contadine».

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