Doping, Wada-Fmsi: ai Giochi di Londra controlli più numerosi e solidi

Chiuso il simposio a Roma organizzato dall'agenzia mondiale insieme alla Federazione Medico Sportiva. Il presidente Casasco: «Roconosciuta la credibilità dell'Italia»

«È stato un grande onore quello che ci ha riservato l'agenzia mondiale anti-doping (Wada) nello scegliere la Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) come partner per l'organizzazione del simposio sul rilevamento degli ormoni peptidici che si è appena concluso a Roma. È una forma di riconoscimento al sistema antidoping italiano anche in vista della candidatura della Capitale ai Giochi Olimpici del 2020». Così il presidente dell'Fmsi, Maurizio Casasco, al termine della due giorni di incontri che ha visto confrontarsi più di 60 esperti provenienti da tutto il mondo competenti nei campi della ricerca scientifica e della medicina per promuovere la lotta la doping nello sport.
«La Wada ha riconosciuto con l'organizzazione di questo simposio l'eccellenza e l'esperienza italiana nel campo della ricerca e la credibilità nel campo dell'antidoping del Coni e della Fmsi - ha quindi aggiunto Casasco -. Sono qualità acquisite nel tempo dal nostro sistema e dal Laboratorio di Roma che è tra i più accreditati dalla Wada nel mondo». Riguardo all'argomento del convegno, il presidente della federazione ha spiegato come sia «ampiamente riconosciuto che le pratiche doping stanno diventando sempre più sofisticate, per cui è imperativo che la scienza dell'antidoping sia sempre più all'avanguardia nello sviluppo di nuovi metodi di rilevamento».
«Gli ormoni peptidici sono facilmente reperibili sul mercato nero - ha sottolineato quindi Casasco - e sono all'avanguardia per migliorare le prestazioni. Questo simposio avrà un ruolo cruciale nella nostra capacità di mantenere lo sport pulito, nonostante gli sforzi di quegli atleti che vogliono ingannare».
Nel corso del simposio di Roma organizzato dalla Wada si è preso in esame l'integrazione delle piattaforme tecnologiche più avanzate, in particolare nei settori della spettrometria di massa e delle immunnoanalisi, al fine di fornire prospettive strategiche di analisi per futuri test anti-doping. Particolare attenzione è stata dedicata alle metodologie altamente innovative applicate nei settori delle procedure di purificazione del campione, nell'incremento della sensibilità e della specificità dei metodi di analisi al fine di massimizzare l'efficacia delle analisi antidoping ed il relativo rapporto prestazioni/costi.
A sottolineare le novità che riguarderanno i controlli antidoping dei Giochi di Londra, rispetto a quelli di Pechino (dove sono stati ben 5mila i campioni analizzati), è stato Francesco Botrè, direttore del laboratorio antidoping di Roma: «Saranno tantissime perchè sono passati quattro anni. In questo settore se ci si ferma il doping se ne va, ci stacca.

Ma non possiamo divulgare i metodi per il rilevamento di sostanze illecite e nemmeno le sostanze stesse che sono adesso rintracciabili per non dare una mano alla nostra controparte. Di certo, saranno più numerose le sostanze rilevabili e più solido il risultato dal punto di vista giuridico per reggere ai ricorsi legali degli atleti risultati postivi».

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