Avrebbero venduto per un milione di dollari un enorme dipinto falsamente attribuito a Roy Lichtenstein, esponente di spicco della pop art americana. Per questo ieri Salvatore Cozzolino, pittore napoletano di 62 anni residente a Milano, e Jacques Viola, uomo di fiducia dell'acquirente francese attraverso il quale è avvenuta la compravendita, sono stati condannati a 2 anni e 3 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una provvisionale di 70mila euro ciascuno. Il risarcimento sarà eventualmente stabilito in sede civile con altro processo.
L'oggetto della truffa milionaria è unenorme tela intitolata «The temple of Apollo», sul cui retro compare la scritta «This painting is mine» (Questo dipinto è mio) con accanto la firma dell'artista e la data «25 maggio 1990». A un esame con i raggi ultravioletti, tra le parole «painting» e «mine» è apparsa, però, la parola «not», che ha trasformato la frase in «This painting is not mine», questo dipinto non è mio.
Era stato lo stesso Lichtenstein, secondo quanto ha dimostrato una perizia, quando gli capitò tra le mani la tela di 204x204 centimetri (tanto simile a un suo «Tempio di Apollo», unopera del 1964 di 94x128 centimetri) a scrivere sul retro lavvertimento. A un anno dalla morte, però, nell'ottobre del 1998, la scritta sarebbe stata «corretta» e il quadro venduto da Cozzolino per 1.038.000 dollari a Didier Lambert, noto mercante d'arte parigino con uffici anche in Svizzera. Quest'ultimo era accusato con Viola di truffa, ricettazione e violazione della normativa che regola il traffico di opere d'arte false.
Cozzolino si è difeso affermando di aver comprato il dipinto per 380 milioni di lire. Dellacquisto, però, non ci sono tracce bancarie.
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