Livorno - Fioccano i «deh» in quel di Livorno. L’abituale interiezione di quest’angolo di Toscana stavolta evocava stupore. Oggetto di meraviglia, misto rabbia, un’iniziativa di Cristiano Lucarelli, l’ex bomber amaranto, che ora veste il gialloblù parmense, ma di mestiere, oltre al calciatore, fa l’editore. Sì avete capito bene: da un annetto pubblica il Corriere di Livorno che, sulle sue colonne, ha messo nero su bianco nomi e cognomi di 300 massoni 300 che proprio contentissimi non erano all’idea di ritrovarsi alla mercé del lettore. In una città di 160mila abitanti dove tutti conoscono tutti, ritrovarsi sul giornale e sulla bocca dei concittadini è un attimo e non un modo di dire.
Così in molti hanno esposto le loro lamentele: in primis il GranMaestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, che ha parlato di una vera e propria «schedatura » e ha minacciato di portare tutti in tribunale. L’idea del quotidiano, a detta del direttore Emiliano Liuzzi, è perfettamente legale perché «elenchi e verbali non volevano criminalizzare nessuno». Intanto però il dibattito è aperto e non solo. Intere famiglie si sono spaccate e divise: ne è emblema casa Niccolini. Papà Enzo, massone da 32 anni e conosciuto quanto stimato pasticciere della città, è il papà del cronista che ha seguito lo spinoso caso e non ha esitato a spiattellare sul quotidiano i grembiuli cittadini.
A Livorno sono presenti ben 14 logge e c’è un «fratello » massone ogni 500 abitanti circa. Un censimento che ora è venuto alla luce per intervento del magistrato della Procura di Livorno, alle prese con indagini puntate sulla gestione della società «Porto 2000» che controlla il traffico turistico. Nel corso delle intercettazioni sarebbero infatti spuntati i nomi di molti iscritti alle logge. Da qui il passo è stato brevissimo in quanto il Pm ha richiesto e acquisito gli elenchi dei massoni di Livorno. I reati ipotizzati dalla Finanza sarebbero associazione a delinquere e peculato, ma ancora non sono noti i nomi di coloro che dovranno rispondere di eventuali addebiti.
Tanto però è bastato per gettare un sasso nello stagno di una città, per altri versi tranquilla.
Giuseppe Argentieri, capogruppo di Fi in Comune e iscritto alle logge livornesi, si è detto preoccupato per il clima di diffidenza che normalmente circonda la massoneria e che questi elenchi ora contribuirebbero ad aumentare. Dal canto suo, l’editorecalciatore- bomber si domanda cosa ci sia di male nell’iniziativa del suo giornale e non comprende i motivi di tanta riservatezza: «La massoneria non opera per il bene comune?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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