E ora il blockbuster plana sul divano di casa

Mediaset lancia "Premium on demand", un servizio che permette di guardare i film senza vincoli di orari Il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi: "Un ulteriore passo dell’azienda nel business del mondo della pay Tv"

E ora il blockbuster plana sul divano di casa

nostro inviato a Montecarlo

La parola chiave è «on demand». Cioè vedere un film o una serie quando vuoi, senza vincoli di orari, come avere tanti dvd in una scatoletta, un piccolo blockbuster a casa propria. Senza correre a casa affannati per non perdersi l’inizio. È l’uovo di Colombo a cui in tanti hanno pensato, ma su cui Mediaset arriva prima nell’ambito del digitale terrestre. Ed è, anche, un nuovo capitolo della guerra che contrappone la pay tv del Biscione con quella di Sky.
L’iniziativa è stata presentata alla stampa l’altro ieri a Montecarlo, nello stesso luogo in cui due anni fa venne tenuta a battesimo Premium Gallery, la prima offerta strutturata della Tv a pagamento di Mediaset. Pier Silvio Berlusconi, vice presidente del gruppo, è un uomo affabile e anche un po’ scaramantico: «Visto che in questi due anni ci è andata così bene - ha esordito - abbiamo voluto tornare qui nel principato per annunciare i nuovi passi nel mondo pay». In sostanza, tutti gli spettatori che lo desiderano possono accedere a un servizio in più: cinquanta film al mese (aggiornati al ritmo di due al giorno e quindi 12 alla settimana) più gli ultimi due episodi di tutte le serie da guardare in qualsiasi momento. Premendo sul telecomando il tasto «Premium on demand». Per accedere all’offerta bisogna munirsi di un nuovo decoder (in grado di scaricare i film) che da oggi sarà disponibile in tutti i negozi. Il servizio non comporterà alcun onere aggiuntivo per i clienti Mediaset Premium (siano essi possessori di carte prepagate o di abbonamenti). Invece il decoder costa 139 euro. A questo punto sorge immediata la domanda: perché Mediaset non ha annunciato il nuovo servizio prima dell’importante switch off del Lazio che ha coinvolto molte persone e quindi potenziali clienti? «Semplicemente perché la tecnologia non era pronta e comunque tanti spettatori devono ancora passare al digitale». Anche chi ha acquistato un televisore con digitale incorporato, se vorrà l’on demand, dovrà comprare il nuovo decoder.

Molto vasta la library offerta dato che Mediaset Premium può contare sui film di Medusa, Studio Universal, Warner, Disney e anche della 01 Distribution (che fa parte della Rai). Tanto che si è deciso di dar vita a due nuovo canali chiamati «Energy» ed «Emotion», chiaramente il primo dedicato alle pellicole d’azione e tensione, e il secondo ai sentimenti. Da Mamma mia! a Il cosmo sul comò, i primi 50 titoli saranno disponibili da oggi. I nuovi clienti - l’offerta è valida fino al 31 gennaio 2010 - potranno avere tutto Gallery più l’on demand a 10 euro al mese. Prima o poi un aumento ci sarà e probabilmente alcuni film (quelli da poco usciti nelle sale, in contemporanea all’home video) saranno a pagamento, ma la filosofia resterà quella di «offrire un prodotto molto valido a prezzi accessibili a tutti».

Insomma, si tratta della risposta di Mediaset a MySky, il decoder della Tv di Murdoch che permette di registrare e di rivedere i programmi preferiti quando si vuole. Perché, oltre al prodotto, la sfida tra i due broadcaster si sta sempre più focalizzando sulle innovazioni tecnologiche. Con l’avanzata dello switch off e quindi l’aumento degli spettatori passati al digitale che scelgono di entrare nel mondo pay del Biscione, Sky ha cercato di frenare l’emorragia dei suoi clienti offrendo la digital key, cioè la possibilità di agganciarsi al digitale terrestre dal satellite, avendo in sostanza un unico decoder e annunciando lo sbarco anche di un canale, chiamato «Cielo», sul digitale terrestre free.

In ballo c’è il mercato della pay tv, il cui peso si fa sempre più incisivo per il fatturato del Biscione (che per Premium ha finora investito nel settore 2 miliardi). Nel 2008 ricavi da tv a pagamento erano solo il 3% del totale, oggi ne rappresentano il 27%. E per fine 2009 si prevede di raggiungere quota 553 milioni, +37% rispetto all’anno scorso (+63% se si considerano le attività da core business, cioè i ricavi da tessere prepagate, ricariche e abbonamenti «easy pay»).

Le tessere attive sono 3,4 milioni, ma si prevede che salgano a 4 milioni entro fine anno (o subito dopo) e a 4 milioni e mezzo a fine 2010, momento in cui si prevede di raggiungere il break even, cioè il pareggio dei conti.

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