E a sinistra parte la caccia ai voti in fuga dai Ds

Mussi pronto a fondare il suo movimento. Pecoraro (Verdi): Prc e Pdci non abbandoneranno falce e martello, ci vorrebbe un Partito del Clima

Roma - Anonimo di sinistra, e fascia alta della nomenklatura del «Pd». Confessa il disorientamento di una classe dirigente: «Ne abbiamo fatti di bluff in questi anni, ma ora basta. Nessuno sa come andrà a finire con questo rimescolamento. Però abbiamo ancorato a noi il mondo postdc prima che venga risucchiato altrove. Solo i migliori si salveranno. Mussi e gli altri? Ma dove vanno? Torneranno con il cappello in mano».
È il ragionamento off the records che D’Alema aveva sottinteso nel suo: «Faremo di tutto per dimostrare che la scelta di Fabio è sbagliata». Da quel «faremo di tutto» non si presagisce nulla di buono. Mussi, però, resta l’uomo del momento. «Il problema sarà essere anche quello del domani», sospira lui, già nelle vesti del «Facilitatore». Come il Mr. Wolf di Pulp fiction, anche se tutti temono il Lupo fagocitatore. Con mansuetudine dovrebbe invece «facilitare» l’opportunità storica che si pone davanti all’intera sinistra italiana, da Boselli a Bertinotti. Portare sul serio la concorrenza al «Pd», visto che in teoria ci sono milioni di voti in libera uscita. La parte più vicina al ceto politico di potere, resterà. Gli altri (almeno un 20 per cento) aspetta di trovare al più presto il simbolo seducente di una sinistra attraente.
Un’impresa da matti, e forse per questo la prima uscita pubblica sarà nell’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, il 5 maggio. Si presenterà il movimento «Sinistra democratica», terzo gruppo parlamentare dell’Unione con 13 senatori e 27 deputati (salvo defezioni). La costituzione in gruppo porterà anche risorse economiche fresche. Napoleone Mussi a questo punto muoverà le sue truppe nella Campagna per la Sinistra. Meno enfaticamente, sarà il capo-cantiere di un progetto assai strano, visto che i cantieri da far lavorare sono almeno quattro, oltre il suo, e pure lontani tra di loro. Quello più avanti nei lavori è la «Sinistra europea» di Bertinotti, che piazzerà il 16-17 giugno la sua Assemblea fondativa. Fosse soltanto per Bertinotti potrebbe essere già lanciata verso la creazione di una «massa critica», ma deve fare i conti con la realtà: quella del suo giovane ceto politico (a Carrara dimostratosi abbastanza indietro nei tempi) e quello del suo apparato, restio come tutti gli apparati. Basti considerare le «unghie» tirate fuori da Giordano in questi giorni, quando molte voci consideravano ormai in esaurimento la sua leadership.
Uno dei nodi è quello del rapporto con il capitalismo, e dunque delle «famiglie» politiche di appartenenza. «Se» è nata in contrapposizione al «Pse», proprio l’eurogruppo in nome del quale Mussi è uscito dal partito. «E poi non credo che Prc e Pdci abbandonino mai la falce e martello», dice Alfonso Pecoraro Scanio, che il 4 e 5 maggio terrà una conferenza programmatica dei Verdi, cui verrà invitato Mussi. «Noi facciamo parte degli ambientalisti europei, e lì resteremo». Un’aggregazione elettorale è «senz’altro possibile», secondo il leader verde, a patto però che si esca dal «recinto della sinistra radicale» e ci si sintonizzi con la gente, che chiede cose concrete. «Altro che sommatorie di ceti politici, che alla gente non interessano. Andrebbe creato un Partito del Clima, piuttosto, visto quello che accade alla Terra». Ambiente e diritti sono le priorità, e Pecoraro teme «pateracchi». Meglio immaginare un’«aggregazione di Progressisti, laici e ambientalisti». Dunque con Mussi e Boselli.
Appunto, la Costituente socialista: è un cantiere che in autunno sfornerà il Psi unito. Primo passo per concorrere con pari dignità alle riaggregazioni future, condotte da Mussi. Cui si dice pronto anche Oliviero Diliberto, che da anni propone la «Confederazione». Un progetto nato morto.

Nel fine settimana ci sarà il congresso degli ultimi comunisti «duri e puri», disertato dal più «duro e puro» di tutti: Armando Cossutta. Guarda anche lui, con speranza, al Facilitatore. Il capomastro dei cinque cantieri.

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