Ecco il Caravaggio «censurato» dalla Chiesa

La «Conversione di Saulo» è l’unica tela del Merisi appartenente a un privato

Ariela Piattelli

L’epoca del mecenatismo non è finita. Alcune grandi famiglie nobili continuano a ospitare, proteggere, e promuovere i grandi artisti che hanno attraversato i secoli e la storia dell’arte italiana. I proprietari delle grandi opere d’arte, oltre alla fortuna di possedere tali tesori, sentono la responsabilità e il dovere di condividere con gli altri il patrimonio che la Storia gli ha consegnato, e aprono le porte delle loro «meravigliose case». «Capolavori da scoprire», un’iniziativa di Progetto Italia e dell’associazione Dimore storiche italiane, offrirà la possibilità a tutti di visitare due edifici «nobili» della capitale: palazzo Pallavicini e palazzo Odescalchi, che ospitano grandi opere d’arte.
Dal 1° al 4 giugno aprirà le porte palazzo Pallavicini (che si affaccia su via XXIV maggio). La celebre dimora ospita le tredici tavole di Peter Paul Rubens «Cristo e i dodici apostoli». Costruito nel XVII secolo, voluto dal cardinale Scipione Borghese Caffarelli, il palazzo fu venduto nel 1704 dagli eredi del cardinale alla famiglia Rospigliosi Pallavicini, che lo arricchì con la celebre collezione di quadri.
Nel Salone giallo sarà possibile ammirare la celebre opera di Rubens. Il marchese Niccolò Pallavicini era infatti amico e committente del pittore. L’altra serie degli «Apostoli» è oggi ospitata al Prado, ma è priva della figura del Cristo, mentre la serie di palazzo Pallavicini è completa.
Palazzo Odescalchi sarà aperto ai visitatori dal 15 al 18 giugno e metterà in mostra la tavola di Caravaggio «La conversione di Saulo». Ben più antica è la storia di questa dimora (piazza SS. Apostoli), che risale al Quattrocento, quando la famiglia Mandosi decide di costruire a SS. Apostoli la propria dimora. Dopo varie vicissitudini il palazzo viene acquistato nel 1745 dal Baldassarre Odescalchi, che incaricò Nicola Salvi (autore della Fontana di Trevi) e Luigi Vanvitelli di ampliare l’edificio.
La tavola del Caravaggio rappresenta una «rarità delle rarità», è infatti una delle pochissime opere dell’artista a essere conservata in una collezione privata.

Commissionata al Caravaggio nel 1600 da monsignore cardinale Tiberio Cerasi, la tavola ha una storia affascinante e controversa: il dipinto è stato rifiutato per molti anni perché considerato contrario agli atti degli apostoli.
Per «Capolavori da scoprire» è stato realizzato un catalogo edito dalla casa editrice Skira, curato da Giada Lepri, che raccoglie interventi di importanti studiosi.
Ingresso libero dalle 10 alle 19.

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