Ecco la prima frase d’amore di Sarkozy alla Bruni «Io Jfk, tu la mia Marilyn» Il consulente dell’Eliseo rivela in un libro ciò che i due si dissero durante la cena «galeotta» a casa sua

Strategia numero uno: ridicolizzare l’ex. «Come hai fatto a stare con uno che ha quei polpacci?», dice di Mick Jagger. Strategia numero due: sfidare la preda. «Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi in bocca davanti a tutti». Strategia numero tre: promettere subito le stelle. «Vedrai, saremo meglio di Marilyn e Kennedy». Il tono fa un po’ «io Tarzan, tu Jane» ma il risultato è stato un matrimonio da copertina e l’addio definitivo alla complicata Cécilia, che lo aveva mollato nonostante lui fosse diventato l’uomo più potente di Francia. Con queste frasi, con questa sfacciataggine, Nicolas Sarkozy avrebbe conquistato la sua Carlà. Altro che romanticherie, cene a lume di candela, corteggiamenti a oltranza. Con la fama da mangiauomini che circondava Carla Bruni, Nicolas Sarkozy non poteva far altro che sfoderare le sue doti da gran seduttore. Ma lei non è stata da meno. La sua arma di seduzione? Un dettaglio: due ballerine ai piedi, quelle che le capita di portare anche adesso, per non far sembrare troppo basso il marito.
Così la racconta Jacques Séguéla, l’amico il cui invito a cena fu galeotto tra la modella italiana e il presidente francese la sera del 13 novembre 2007. Il pubblicitario, già consulente di Mitterrand e oggi collaboratore di Sarkò, riferisce frase per frase, nella sua «Autobiografia non autorizzata» a cui ieri il Times dedicava un’intera pagina, il contesto in cui si sarebbe consumato il colpo di fulmine.
Frasi a effetto, stile da grande incantatore, toni decisi. Così monsieur le president avrebbe fatto breccia su Carlà. Sarà anche questa strategia da «spin»? Un modo per rendere più ghiotto un libro che altrimenti non avrebbe oltrepassato la frontiera? Chissà. Intanto Séguéla svela il retroscena offrendoci un racconto dell’incontro tra il divino e il grottesco.
«Un inatteso gioco di seduzione fra due animali selvatici» lo definisce Séguéla. Inatteso non si sa quanto, visto che lo stesso Séguéla ammette che Sarkozy gli avrebbe chiesto di organizzare l’incontro. Selvaggio di certo se si reputa credibile la conversazione che i due si sarebbero scambiati in un informale «tu». Attratto «come una calamita» dalla bella dame, Sarkò si sarebbe subito catapultato al suo tavolo dopo un’entrata in grande stile: in ritardo e senza cravatta. Lei, bella «come una Diana cacciatrice con gli artigli di velluto», gli dice: «Sento di essere il tuo appuntamento al buio stasera. Non ci contare. Conosco la tua reputazione». Lui: «Non è peggiore della tua. Ti conosco bene anche senza averti incontrato. Capisco tutto di te. Ti fai amare perché non t’innamori di nessuno. So tutto di te perché ti assomiglio così tanto». E ancora, audace: «Annunceremo il nostro fidanzamento. Saremo meglio di Marylin e Kennedy». La replica pungente di Carlà: «Fidanzamento? Mai. D’ora in poi vivrò solo con l’uomo che mi darà un figlio». Lui: «Ne ho già cresciuti cinque, perché non sei?».
Tutto sarebbe proseguito così, compreso l’invito in Egitto, rifiutato su due piedi da Carlà.

Ma le immagini dei due innamorati con le piramidi sullo sfondo sono già storia. La prova che Carla era rimasta incantata? La telefonata fatta a Séguéla qualche minuto dopo che Sarkò l’aveva riaccompagnata a casa: «Il tuo amico, che charme. Ma che villano, non ha ancora chiamato».

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