Un'altra stangata per la Apple. Dopo l'accusa mossa dall'Unione europea per abuso di posizione dominante sul mercato delle app musicali, dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti arriva la notizia di una causa contro la multinazionale con sede a Cupertino che avrebbe violato le normative sul monopolio impedendo, ad altre aziende, di concorrere lealmente nella fetta di mercato che riguarda gli smartphone.
Le motivazioni sulla causa
La causa, che è stata depositata in tribunale federale nel New Jersey, fa presente che Apple avrebbe il totale monopolio sui prodotti e utilizzerebbe il suo controllo sull’iPhone per "impegnarsi in una condotta ampia, prolungata e illegale". La causa, che viene portata avanta anche da 16 procuratori generali statali, fa capire il modo di approcciarsi da parte del Dipartimento di Giustizia americano di fronte all'applicazione aggressiva della legge antitrust federale che è impegnata a garantire un mercato equo e competitivo "anche se ha perso alcuni importanti elementi anticoncorrenziali".
Tra le accuse nei confronti dell'azienda della "mela morsicata", invece di competere lealmente con i rivali, il Dipartimento Usa afferma che avrebbe imposto "una serie di regole e restrizioni mutevoli" per "riscuotere tariffe più elevate, ostacolare l'innovazione, offrire un'esperienza utente meno sicura o degradata e limitare le alternative competitive". Appresa la notizia, Apple ha subito stigmatizzato la vicenda definendo la causa "errata nei fatti e nella legge” e dicendo che "si difenderà vigorosamente” nelle sedi opportune.
Le azioni legali
La causa vuole colpire il fortino che Apple si è costruito nel corso del tempo attorno ai popolarissimi iPhone ma anche ad altri prodotti molto commerciali quali iPad, Mac e Apple Watch per creare quello in gergo è stato definito un "walled garden", ossia "giardino recintato" differenziandosi dagli altri dispositivi e hanno dominato il mercato in lungo e largo con una strategia che ha creato ricavi annuali pari a circa 400 miliardi di dollari e un valore di mercato che, sebbene sia sceso leggermente come dimostra il calo nelle azioni (-7% nel 2024) vale ancora circa t remila miliardi di dollari.
"I consumatori non dovrebbero essere costretti a pagare prezzi più alti perché le aziende violano le leggi antitrust", ha dichiarato in una nota il ministro della Giustizia, Merrick Garland. "Affermiamo che Apple ha mantenuto il potere monopolistico nel mercato degli smartphone, non semplicemente superando la concorrenza in base al merito, ma violando la legge federale antitrust. Se lasciata incontrastata, Apple continuerà solo a rafforzare il suo monopolio sugli smartphone", ha sottolineato.
La risposta di Apple
Una nota ufficiale da parte di Cupertino fa sapere che l'azione legale nei suoi confronti è sbagliata perché potrebbe "mettere in pericolo la nostra capacità di creare la tecnologia che la gente si attende da Apple oltre a rendere gli iPhone meno sicuri", precisando che questa causa potrebbe rappresentare un "precedente pericoloso concedendo al governo il potere di esercitare un ruolo pesante nella progettazione della tecnologia per le persone".
Quanto alle accuse sulla "barriera", il "walled garden", Apple ha risposto che si tratta di un modo "per l'iPhone di distinguersi dai dispositivi che eseguono il software Android di Google, che non è così restrittivo ed è concesso in licenza a un'ampia gamma di produttori".
Ma è proprio questa affermazione che non va giù all'antitrust americana visto che nella denuncia il walled garden è considerato "soprattutto come un’arma per scongiurare la concorrenza, creando condizioni di mercato che gli consentono di applicare prezzi più alti che hanno spinto i suoi elevati margini di profitto soffocando l’innovazione".Il crollo a Wall Street
Intanto, dopo la notizia del Dipartimento di Giustizia americano sulla causa contro Cupertino, il titolo Apple perde il 3,6% ed è il peggiore sull'indice Dow Jones.
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