Pmi protagoniste della finanza sostenibile: lo stimolo della Commissione

L'Ue insiste: rilanciate le norme per la finanza sostenibile nelle imprese. E al centro viene messa la piccola e media imprenditoria

Pmi protagoniste della finanza sostenibile: lo stimolo della Commissione
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Dopo la Banca centrale europea e le autorità di vigilanza finanziaria anche la Commissione Europea amplia la sua strategia di finanza sostenibile. Nei giorni scorsi su queste colonne abbiamo dato conto di come Eba, Esma e Eiopa, le tre maggiori autorità di controllo sulle attività di mercato in Unione Europea, avessero promosso più stringenti controlli sul greenwashing paragonandolo a una vera e propria manipolazione di mercato per gli investitori nei primi giorni di giugno.

Ebbene, a pochi giorni di distanza anche il "governo" Ue ha promosso una nuova serie di misure orientate proprio esplicitamente a espandere le prospettive di mercato per una finanza sostenibile sana.

Il 13 giugno è stato infatti presentato un pacchetto di misure della Commissione che amplia la definizione di cosa è definibile "verde" e cosa invece non lo sarà. In quest'ottica, le nuove misure puntano ad espandere l'accesso a finanziamenti sostenibili, green bond e piani di sviluppo di politiche di transizione nelle aziende di piccola e media dimensione senza farle ricadere nei grandi procedimenti normativi e di controllo a cui i maggiori attori sono oggigiorno sottoposti. Le piccole e medie imprese che perseguono obiettivi nella decarbonizzazione, nell'economia circolare, nei servizi di sostegno alla società sono indicate nel comunicato Ue sul pacchetto di misure proposte come parte di un sistema di "economia sociale" a cui ai Paesi europei è chiesto di dare sostegno e incentivi.

In particolare non sarà più incluso, se il provvedimento arriverà a compimento dopo il varo di Consiglio Ue e Parlamento europeo, tra i dispositivi vigilati dalla normativa gli aiuti di Stato tutto ciò che amplia l'accesso alla finanza sostenibile alle Pmi di diversi settori inclusi nella Tassonomia. Si parla di strumenti legislativi che aiutino a incoraggiare le imprese tradizionali a incorporare le imprese dell'economia sociale nelle loro catene di approvvigionamento, a digitalizzare i servizi nelle imprese attivi nei settori d'oggetti della Tassonomia e a favorire politiche di lavoro inclusive.

"L’Unione europea", nota Eu News, "avrà bisogno di investimenti aggiuntivi di circa 700 miliardi di euro ogni anno per raggiungere gli obiettivi del Green New Deal. La maggior parte di questi investimenti dovrà provenire da finanziamenti privati". E in quest'ottica "l’esecutivo comunitario spinge il mondo delle imprese a considerare di più la partecipazione alla finanza sostenibile", invitando inoltre gli Stati a promuovere formazione imprenditoriale e scolastica ai protagonisti dell'economia sociale.

La Commissaria per i servizi finanziari, Mairead McGuinness, ha presentato questa innovazione della Tassonomia come una tappa chiave in un percorso fondamentale che mira a creare un protagonismo imprenditoriale diffuso nel settore della sostenibilità. E come un punto ulteriore nel fenomeno della regolamentazione a tutela dei protagonisti del settore e delle prospettive di investimento degli attori coinvolti. Ora i Paesi europei che vorranno mettere in campo politiche ad hoc per favorire la piccola e media imprenditoria nel campo della sostenibilità potranno, nei settori indicati dalla Tassonomia del 2022 e della nuova area di servizio dell'economia sociale, investire risorse e progettualità. La finanza sostenibile continua quel percorso che, come ha dichiarato a ilGiornale.it Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, la sta portando a "divenire mainstream.

È importante, di fronte a questa grande crescita, chiarirsi sul concetto di sostenibilità", ha sottolineato Bicciato, invitando a regolamentazioni chiare e funzionali a precisi obiettivi. Un percorso su cui l'Ue si sta instradando.

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