Un 2020 caldo per l'industria. Al Mise 149 tavoli di crisi

Il ministero dello Sviluppo economico si troverà a gestire le numerose crisi di impresa anche a livello regionale

Un 2020 caldo per l'industria. Al Mise 149 tavoli di crisi

Mentre restano sospese le vicende più note di Alitalia ed ex Ilva di Taranto, il 2020 dell'industria inizia con un fardello dell'anno precedente molto pesante. Sul tavolo del Mise (ministero dello Sviluppo economico) ci sono 149 crisi aziendali da risolvere e nuove vertenze si aprono ogni giorno anche a livello regionale in tutto il Paese con marchi storici che rischiano di chiudere.

Secondo i dati del ministero ci sono 102 tavoli di crisi, pari al 68,5%, sono attivi da più di tre anni e 28 sono aperti da più di 7 anni. Il maggior numero di tavoli (20) riguarda aziende con sedi o unità produttive in Lombardia (13,4% del totale). Seguono poi l'Abruzzo (11 aziende), la Campania (10), il Piemonte, il Lazio e la Toscana con 9 aziende.

A livello nazionale una delle principali crisi riguarda l'ex Ilva. Il 7 gennaio arriverà la decisione del Tribunale del Riesame sull'altoforno 2 e secondo il crono-programma stabilito dal custode giudiziario dovrebbero partire le operazioni di fermata dell'impianto. Con lo spegnimento dell'Afo 2, secondo i sindacati, si arriverebbe a una produzione con solo 2 alto forni, di circa 3 milioni di tonnellate e conseguenti 6mila lavoratori in cassa integrazione. Nel frattempo a partire da oggi è stata prorogata la Cigo di 1400 lavoratori, che si sommano ai 1900 cigs in Amministrazione straordinaria. Nella visita compiuta a Taranto la vigilia di Natale e nella conferenza stampa di fine anno il premier Giuseppe Conte ha ribadito gli impegni del governo per il rilancio in chiave green dell'acciaieria tarantina tramite la realizzazione di una newco mista pubblico-privata. Il 20 dicembre l'ex Ilva in As e ArcerlorMittal Italia hanno sottoscritto una bozza di intesa preliminare contro cui si sono però scagliati i sindacati, che non vogliono restare esclusi dalla trattativa e non intendono accettare esuberi.

Si passa poi ad Alitalia. Dopo il naufragio dell'ipotesi di consorzio il 21 dicembre è stato nominato il nuovo commissario straordinario Giuseppe Leogrande ed è partito il prestito ponte da 400 milioni di euro. Entro metà hanno prossimo si dovrà procedere con il nuovo acquisto da parte degli interessati e per i lavoratori resta l'attesa lunghissima sul proprio futuro e su quello della compagnia.

Sul tavolo dell'ex ministero dell'Industria anche il caso Conad-Auchan con l'assorbimento della rete Auchan, Conad ha dichiarato 3.105 esuberi (rispetto ai 6.197 iniziali). L'obiettivo dell'azienda è attuare mobilità incentivata per 1.000-1500 persone, 230 prepensionamenti, ricollocazioni e solidarietà.

Dopo la bancarotta della Shernon Holding, la Mercatone Uno è in mano ai commissari straordinari che hanno ricevuto 14 manifestazioni di interesse e dovrebbero a breve decidere le procedure di vendita. I lavoratori coinvolti sono 1.731 (erano 1.824 al momento della cessione) e di questi poco più di 200 hanno richiesto la sospensione dell'ammortizzatore sociale per effettuare attività a tempo determinato. Nel decreto Milleproroghe una norma stabilisce che in alcuni casi specifici come quello di Mercatone Uno la misura del trattamento straordinario di integrazione salariale è calcolata sulla base delle condizioni contrattuali di lavoro applicate prima della cessione originaria, se più favorevoli, con riferimento ai trattamenti di integrazione salariale autorizzati nel 2019. Il limite massimo di spesa per la misura è fissato in 4,3 milioni di euro.

Oltre ai tavoli di crisi dell'industria di rilevanza nazionale, anche a livello regionale le cose non vanno meglio. Si inizia dalle Marche, dove lo storico marchio di cucine Berloni, passato in mani di imprenditori di Taiwan ha avviato la messa in liquidazione per 84 persone che ora rischiano di restare senza lavoro. Il termine per la ricezione, da parte del liquidatore, delle manifestazione di interesse si chiude il 15 gennaio. In sintesi, due settimane per salvare parte della manodopera della Berloni che ha reso questo marchio molto apprezzato a livello internazionale.

Altra regione, altra crisi aziendale, con il gruppo Safilo, brand di occhiali, che nel piano industriale quadriennale prsentato prevede circa 700 esuberi per l'anno prossimo, oltre alla chiusura dello stabilimento di Martignacco.

In Piemonte è la Alpitel, azienda operante nel settore Tlc, ad avviare la procedura di licenziamento collettivo per 100 dipendenti, che dovrebbero riguardare soprattutto le sedi centrali di Nucetto (Cuneo) e Moncalieri

(Torino).

Altra crisi profonda in una Regione dove il lavoro è un'emergenza reale è in Molise, dove i 260 lavoratori della GAM (Amadori) sono in cassa integrazione e attendono di conoscere il loro destino.

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