Advisor in pressing sui fondi: "A Generali serve continuità"

Iss e Glass Lewis per la lista del cda: "Da Donnet risultati in linea coi competitor". Occhi su Caltagirone.

Advisor in pressing sui fondi: "A Generali serve continuità"

Nella battaglia all'ultimo voto per il controllo di Generali e dei suoi 710 miliari di asset, la lista del cda capitanata dall'ad Philippe Donnet e appoggiata da Mediobanca (che ha il 12,84% del capitale e il 17,27% dei diritti di voto) e da DeAgostini (all'1,4% ma in uscita) mette a segno un punto non indifferente.

Iss e Glass Lewis, società che forniscono consulenza agli azionisti sulle raccomandazioni di voto, sono infatti scese in campo schierandosi a favore della lista del board uscente e quindi contro quella di Francesco Gaetano Caltagirone (che ha il 9,52% di Generali), in vista del rinnovo del vertice previsto il 29 aprile. Domani è atteso il parere di Fortis che secondo indiscrezioni di la Repubblica dovrebbe sposare lo stesso indirizzo.

Per evitare la dispersione dei voti, i due proxy advisor, contrariamente alle scelte abituali, hanno deciso di non optare per la lista di minoranza presentata Assogestioni, che tuttavia potrebbe sempre convogliare il voto degli istituzionali italiani.

Per le due società di consulenza non ci sono ragioni sufficienti per sostenere un cambio alla guida del Leone e adducono tre motivazioni al proprio verdetto. Innanzitutto i risultati finora raggiunti dalla compagnia assicurativa con la gestione di Donnet sono paragonabili - scrivono - a quelli dei principali competitor europei e il piano industriale presentato a dicembre è credibile. Iss e Glass Lewiss rimarcano poi la mancanza di un puntale percorso di esecuzione degli ambiziosi target proposti dalla lista di Caltagirone, guidata da Luciano Cirinà e Claudio Costamagna, rispettivamente candidati ad e presidente. Infine viene da entrambe le società sottolineata la lunga permanenza di Caltagirone nell'esecutivo di Generali, di cui oggi ritiene insufficienti i target raggiunti.

Alla lista dell'imprenditore romano è comunque riconosciuto l'onore delle armi sia per la validità dei nomi proposti sia per gli spunti di interesse messi sul tavolo, secondo Glass Lewis, anche per la crescita delle Generali tramite la strada delle acquisizioni.

Alcuni osservatori vicini all'ex patto Caltagirone-Del Vecchio e Crt notano come il parere dei proxy advisor fosse atteso e sottolineano che, per la prima volta, hanno analizzato il rapporto a doppio filo tra Generali e Mediobanca.

Senza considerare che se è vero che le indicazioni dei due proxy appaiono chiare, non è detto che abbiano la stessa valenza sui diversi interlocutori né che gli azionisti saranno tutti presenti in assemblea.

Il capitale del Leone è in mano per il 35,29% ai fondi (da cui occorre forse detrarre quel 4,43% del capitale «affittato» da Mediobanca), per il 21,98% ai piccoli risparmiatori (su cui è in corso una parallela chiamata alle armi con il voto su delega) e per l'8,39% alle fondazioni.

La partita per il rinnovo al vertice del Leone è quindi ancora aperta e i protagonisti hanno tempo fino al 14 aprile per costruire una posizione utile al voto in assemblea.

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