AI, ecco le “piccole tech” che hanno sgonfiato la bolla

Il crollo di luglio-agosto non ha toccato solo le sette big ma anche tante azioni minori che erano andate alle stelle

AI, ecco le “piccole tech” che hanno sgonfiato la bolla
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L'intelligenza artificiale è stata di gran lunga il tema d'investimento dominante degli ultimi 20 mesi. Lo sarà probabilmente ancora a lungo, ma l'impennata della volatilità dei titoli legati a questo megatrend è un chiaro campanello d'allarme. Dall'avvento di ChatGpt (novembre 2022) tutto ciò che è collegato al business dell'AI ha progressivamente guadagnato spazio nei portafogli, riscuotendo grande interesse anche tra gli investitori retail alla caccia delle future stelle di Wall Street. Titoli fino a poco tempo fa sconosciuti ai più risultano oggi tra i più scambiati.

Lampante è il caso di Super Micro Computer, ribattezzata dai trader Supermicro, le cui azioni hanno guadagnato il 188% nei primi sei mesi dell'anno facendo meglio del colosso Nvidia, avanzato «solo» del 149%. Supermicro produce server e workstation utilizzati nei data center e anche se esiste da oltre 30 anni il suo salto di qualità è coinciso con l'arrivo dell'ondata AI e il ruolo di partner dei migliori produttori di chip, Nvidia e Amd. Alla grande ascesa, culminata a marzo (+330% in meno di tre mesi), ha fatto seguito un veloce sboom (-58% dai massimi), non nuovo per titoli oggetto della cosiddetta «Fomo», la paura di perdere l'occasione, che spinge il gregge ad acquistare un'azione molto «di moda» spesso senza neanche conoscere bene la società. «In un mercato guidato dall'euforia, le valutazioni possono essere ingannevoli e le analisi fondamentali oscurate dalle aspettative di crescita futura. È fondamentale monitorare attentamente i prodotti dell'azienda, il capitale investito rispetto al patrimonio e adottare strategie di gestione del rischio, come stop loss e limiti di esposizione, per proteggere il capitale dalle fluttuazioni avverse», spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro. I piccoli investitori sono in balia di correzioni brusche come successo con Supermicro crollata del 20% nella seduta del 7 agosto dopo una trimestrale fiacca.

La febbre da AI ha contagiato anche gli investitori retail italiani. Stando a quanto calcolato per Il Giornale dalla piattaforma di trading e investimento eToro, tra le azioni con maggiore aumento di posizioni aperte nel secondo trimestre spiccano tante AI stocks, con proprio Supermicro sopravanzata solo da tre titoli domestici (Leonardo, Stellantis e Poste) e da un'altra tech statunitense, Broadcom; quest'ultima, che fornisce software per semiconduttori e infrastrutture, è un'altra stella nascente legata alla domanda da AI (fatturato 2024 stimato a 51 miliardi dai 35 del 2023), arrivata nella top ten di Wall Street per capitalizzazione prima di subire anch'essa un corposo dietrofront (-24% dai massimi di giugno).

Altri esempi di violenti saliscendi non mancano. La britannica Arm Holding, sbarcata sul Nasdaq meno di un anno fa e che sta emergendo come agguerrita rivale di Intel e Amd nel mercato dei chip per server, nell'ultimo mese ha visto il suo valore sgonfiarsi da 185 a 107 dollari. Grafico letteralmente sulle montagne russe è quello di Lumen Technologies, prima crollato del 90% dai massimi storici per poi riprendersi con un +530% in soli due mesi. «La crescita dell'AI e l'espansione dei data center hanno riportato il titolo alla ribalta - sottolinea Debach - con aziende come Microsoft e altri grandi nomi tecnologici che hanno optato per Lumen per la costruzione della loro infrastruttura AI».

Se non vi è dubbio che le grandi aziende stanno investendo cifre record sull'intelligenza artificiale - rispettivamente 19 e 13 miliardi di dollari da parte di Microsoft e Alphabet (Google) nell'ultimo trimestre - a vacillare sono le certezze su quando tutto ciò darà i suoi frutti. «Gli investitori stanno iniziando a mettere in discussione l'elevata spesa, dato che è probabile che i ricavi effettivi dell'AI impiegheranno più tempo a concretizzarsi», rimarca Barclays che tuttavia ritiene eccessivo il calo di circa il 16% delle azioni tecnologiche europee e del 30% di alcuni dei suoi attori chiave, come Asml. Restando in Europa, ad oggi sono principalmente gli enabler, cioè le aziende che forniscono le tecnologie e i componenti essenziali, a beneficiare maggiormente della crescente domanda.

Tra le aziende europee meglio posizionate per intercettare il potenziale dell'AI figurano diversi nomi blasonati del tech quali Asml, Asm International, BE Semiconductor Industries (Besi), Infineon e l'italo-francese STMicroelectronics.

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