Ieri il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha impresso una nuova accelerazione alla vicenda Alitalia, dicendo che entro questa settimana i commissari «diranno qual è la migliore offerta» delle tre sul tavolo «per iniziare la negoziazione in esclusiva che riguarderà esuberi, costi per lo Stato, progetto industriale». Il ministro ha aggiunto: «Io non ho preferenze. Per me la questione è molto oggettiva e la valutazione sarà fatta sui numeri» (sui media e nei gossip favorita è Lufthansa).
Calenda segue l'analogo ottimismo sui tempi dimostrato solo pochi giorni fa dal suo collega dei Trasporti, Graziano Delrio, che parlava di una trattativa in esclusiva «a portata di mano»; sembra quindi che il governo lavori per una svolta a breve, «senza svendere».
Calenda ha elogiato i commissari («hanno lavorato molto bene, hanno tagliato molto») e ha aggiunto un fondamentale giudizio industriale: «Alitalia non può stare da sola perchè appena aumenta il prezzo del petrolio o si entra nella bassa stagione, cosa che succederà a breve, brucia soldi». «La negoziazione in esclusiva sottolinea il ministro - riguarderà ovviamente la validità di un progetto industriale dal punto di vista delle connessioni aeree. Oggi a noi quello che interessa come italiani è avere delle connessioni».
Tra i temi di riflessione, il primo riguarda i tempi. Poichè durante la trattativa in esclusiva si parlerà del ridimensionamento e di esuberi, tutti si chiedono se sia opportuno, per il governo, portare l'argomento Alitalia in campagna elettorale. Qui gli osservatori si dividono. Per alcuni la risposta è affermativa, perchè si metterebbe la prossima maggioranza di fronte al fatto compiuto; per altri, nessuno può vincolare scelte di governi futuri.
Un professore esperto come Andrea Giuricin non nasconde «che portare Alitalia in campagna elettorale sia una bella incognita».
Le fasi che oggi si profilano partono dunque con la trattativa in esclusiva che consiste nel mettere a punto piano industriale e futura fisionomia della compagnia, e nel fissare la cifra di cessione che si concluderà con la firma di un contratto preliminare, al quale dovrà essere dato l'ok dalle autorità Antitrust (in quattro-sei mesi), cui seguirà il closing.
Non è irrealistico pensare che la nuova Alitalia (targata Lufthansa) potrà vedere la luce verso la fine del 2018 o, in maniera più rotonda, il primo gennaio 2019.
Marco Veneziani, fondatore dell'Anp, rilancia infine un altro tema: tratteniamo in Italia dice una quota di
«minoranza vigile» per non delegare completamente ad altri le strategie del nostro trasporto aereo. E in ambienti governativi si riflette sull'ipotesi di cedere il 70-80%, mantenendo il resto in una società o in un fondo pubblico.
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