All'Italia occorre una Thatcher

Lei avviò un clamoroso ciclo di riforme. I detrattori la bollarono con il termine di Lady di Ferro. Per me, invece, quello era un complimento

All'Italia occorre una Thatcher

Trovo che sia cosa buona e giusta spendere qualche riga sulle pagine di economia di un quotidiano liberale e liberista per ricordare un gigante della politica, una statista: Margaret Thatcher. Lo faccio perché quarant'anni fa, esattamente il 4 maggio 1979, il nuovo premier inglese entrava a Downing Street per rivoltare come un calzino un Paese in ambasce. Invisa ai fautori della mentalità statalista, più realisti del re nell'applicazione del pensiero keynesiano, le riuscì di far ripartire il Regno Unito in profonda crisi economica.

La stampa internazionale scriveva, infatti: «La Gran Bretagna è il grande malato d'Europa». Lei avviò un clamoroso ciclo di riforme. I detrattori la bollarono con il termine di Lady di Ferro. Per me, invece, quello era un complimento. Aveva idee chiare e, da premier che ama il suo Paese, intendeva metterle in pratica. Una decisionista a fin di bene. Prese di petto la spesa pubblica, intervenne sull'inflazione, si oppose al sindacalismo massimalista che stava danneggiando in misura drammatica l'industria. Attuò politiche per liberare le energie sane, vide nella burocrazia un nemico delle imprese. Diceva che occorreva produrre ricchezza per poi poterla ridistribuire in modo equo. E che questa sfida liberale non apparteneva allo Stato, ma alle persone, i cittadini. Incoraggiò il risparmio, lavorò per privatizzare i servizi, spinse affinché individui e famiglie potessero acquistare un'abitazione. La lista della sua rivoluzione liberale e liberista è lunga. I sudditi della regina ne hanno beneficiato. Il mondo non la comprese, annebbiato dalle ideologie; tranne Ronald Reagan, altro eccellente liberale. La sua visione attuale come mai.

Una lezione di libertà che le espressioni liberali del nostro Paese farebbero bene a rilanciare con forza. Altro che ripristino delle province e politiche assistenzialistiche inique per definizione.

www.pompeolocatelli.it

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