"Altri incentivi a Stellantis? Una pazzia"

Il leader di Confindustria: "Al Paese servono imprese serie, meno Ires per chi investe"

"Altri incentivi a Stellantis? Una pazzia"
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Ancora dure reazioni all'indomani dell'intervento di Carlos Tavares alla Commissione Attività Produttive della Camera. Richieste e rassicurazioni («c'è la volontà di portare avanti un dialogo franco, rispettoso e trasparente, perché abbiamo a cuore la nostra impresa e tutto il Paese») che non sono piaciute anche alla Borsa, visto che il titolo Stellantis ha chiuso la settimana segnando -2,77% a 11,85 euro.

Tavares insiste nel chiedere sempre più incentivi al governo allo scopo di portare a livelli accettabili i listini delle auto elettriche. E per tutta risposta il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha definito «una pazzia» questa continua questua da parte dell'ad di Stellantis. «Noi abbiamo bisogno di piani industriali seri, imprese che siano serie sul territorio e restino, ovviamente, a costruire i propri prodotti nel nostro Paese», la replica di Orsini a Tavares dal convegno, a Capri, dei Giovani di Confindustria.

L'ad di Stellantis, però, sembra voler sviare il discorso dalle reali ragioni del calo della domanda verso l'auto elettrica. Sono i consumatori che, come hanno anche rilevato le reti dei concessionari europei del gruppo, preoccupati per come si stanno mettendo le cose, palesano «una riluttanza verso questa alimentazione».

Ecco il problema principale che si finge di non vedere e che si aggiunge al caro energia, ai prezzi alti dell'offerta, all'usura e alla riparabilità delle batterie, al valore di questo usato, all'autonomia reale e alle ricariche.

Stellantis, la produzione, il futuro dell'indotto: tutti temi in cima ai pensieri di Orsini, fin dal recente insediamento al vertice di Confindustria, inclusa «la promessa fatta di 1 milione di auto prodotte nel Paese», che ha visto Tavares, l'altro giorno, compiere un'autentica giravolta, parlando invece di «1 milione di clienti», come condizione necessaria, «per avere un sistema produttivo in Italia che potrà realizzare tutti quei veicoli».

Orsini, a questo punto, si rivolge al governo: «Abbiamo chiesto che venga attivata una politica industriale strutturale del Paese. C'è bisogno di investimenti sulle imprese. Penso a un'Ires premiale per chi investe».

Il presidente degli industriali ha quindi affrontato il nodo del «Green Deal» legato a doppio filo con la crisi in cui è stato fatto cadere il settore automotive, «purtroppo una delle ripercussioni delle scelte della precedente Commissione Ue».

«Il vero tema - ha aggiunto - è che lo stop al motore endotermico al 2035 e le proposte di revisione nel 2026 non voglio diano adito a qualcuno di non fare produzione in Italia». Quindi, l'altro messaggio di Orsini a quel Tavares che chiede più incentivi per l'auto elettrica: «Per salvaguardare l'industria italiana non si deve aspettare il 2026, ma si cambi subito la norma sulla fine del motore endotermico». La strada corretta da percorrere, secondo il capo di Confindustria? «Le tecnologie - afferma - non finiscono perché è uscita una norma, ma perché c'è una tecnologia migliore, fruibile, a disposizione di tutti e alla portata di tutti. Per questo noi oggi puntiamo sulla neutralità tecnologica e la salvaguardia dell'industria europea deve valere sui principi. E il principio è: Devo avere poche emissioni e le devo ottenere con qualsiasi tipo di tecnologia. Perché ci devono essere i carburanti sintetici e non i bio-carburanti?», questi ultimi con l'Italia in una posizione avanzata.

Fin qui il presidente Orsini, mentre i commenti sulle dichiarazioni rese da Tavares non si placano.

Tranchant, sull'ad di Stellantis, è il vicepremier Matteo Salvini: «Il manager portoghese dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa. Non è più in condizione di chiedere niente per come hanno mal gestito e mal amministrato un'azienda storica italiana». Non da meno è Carlo Calenda (Azione): «Le cose dette da Tavares e dal presidente John Elkann, fino a oggi, si sono dimostrate tutte false.

Non è accettabile».

Stellantis, intanto, si ripresenta con buona parte della linea di comando rivoluzionata. Nuovi capi per alcuni marchi e nuovi ruoli di responsabilità che, comunque, dipenderanno sempre da una sola persona.

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