Arriva il bazooka di Natale: Bce pronta a più investimenti

Mercati convinti che Francoforte aumenterà gli acquisti di titoli e allungherà la scadenza del piano a metà 2022

Arriva il bazooka di Natale: Bce pronta a più investimenti

Sono tutti sullo stesso carro, a sventolare il bandierone della Bce. Convinti come sono che domani Christine Lagarde farà ciò che va fatto, mercati, banche e analisti scommettono su un potenziamento del piano di acquisti contro la pandemia (Pepp) di 500 miliardi di euro, sulla sua possibile estensione fino a metà 2022 e sull'allungamento di sei mesi delle aste di liquidità (Tltro) magari accompagnato da un ulteriore miglioramento del tasso applicato (uno 0,25% da sommare al -1% in vigore). Un doppio regalo di Natale destinato a impattare sugli spread fino al punto, è la stima di Société Générale, da far declinare a 90 punti, dai 118 attuali, il differenziale fra Btp e Bund tedesco. Sempre che oggi, in occasione della votazione sulla riforma del Mes, non succeda un disastro tale da offrire un assist irresistibile alla speculazione.

Insomma, l'happy end di questo anno tragico sembra garantito, come peraltro confermato nei giorni scorsi dalle parole della presidente dell'Eurotower. Francoforte non dovrebbe chiedere nulla in cambio dei doni, oltre alla sicura conferma dei 20 miliardi mensili di shopping legati al vecchio quantitative easing di Mario Draghi. Le nuove previsioni daranno la misura di ciò che la banca centrale si aspetta per il prossimo anno sia in chiave di recovery (Pil +5% in base all'ultimo outlook disponibile), sia dal punto di vista della battaglia, finora persa, contro un'inflazione anemica. Ma due elementi consigliano di agire subito: anche se il controllo dei cambi non rientra nel mandato Bce, la risalita dell'euro sopra quota 1,21 dollari può già essere una spina nel fianco delle esportazioni e rappresentare un rischio in termini di deflazione importata. E poi c'è da sorreggere un'economia che nei 19 Paesi che compongono l'eurozona sarà impiombata a fine dicembre da una contrazione di circa l'8%. Soprattutto se i quattrini del Recovery Fund tarderanno ad arrivare. E mentre l'Europa rallenta, il Giappone accelera: il governo sta per approvare un nuovo piano per aiutare l'economia dal valore di oltre 580 miliardi di euro.

Eppure, a dispetto dell'atteso finale d'anno, qualche elemento di cautela va mantenuto. Non fosse altro perché le divisioni in seno al board della Bce sulle modalità di concessione degli aiuti, difficilmente possono essere state ricomposte in queste settimane. Prova ne è la recente uscita della tedesca Isabel Schnabel, fra i falchi del consiglio direttivo: Non ci sentiamo obbligati da quello che i mercati si attendono da noi. Siamo guidati solo dal nostro mandato.

Resta inoltre da capire se domani saranno confermate le indiscrezioni fatte circolare da Reuters, secondo cui l'Eurotower intende legare i nuovi stimoli all'accettazione delle risorse europee da parte di quei Paesi che finora hanno detto no al fondo salva-Stati (Italia in testa) e anche al Recovery Fund (Spagna e Portogallo). Un'ipotesi dirompente su cui, nelle ultime settimane, è calata una cortina di silenzio.

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