Chi deciderà di viaggiare su aerei o navi in partenza dalle grandi città dovrà pagare un’imposta aggiuntiva che non dovrebbe superare i due euro a passeggero. La misura è stata messa nero su bianco dall’Associazione dei Comuni che l’ha inserita nella bozza di decreto enti locali, ora al vaglio del Governo (e che dovrebbe essere approvata in prossimità della Pasqua).
Aeroporti e porti dei maggiori centri saranno, dunque, più cari. La nuova tassa servirà a finanziare le città metropolitane, soprattutto alla luce del debito ereditato dalle Provincie di cui hanno preso il posto e che, se non sanato, rischierebbe di mettere già in pre-dissesto i nuovi enti locali. Per quanto riguarda gli aerei, l’imposta sarà riscossa all’atto dell’imbarco a cura dei gestori dei servizi aeroportuali. Per le navi, invece, si tratterà invece di un’imposta di sbarco che toccherà alle compagnie di navigazione riscuotere.
Dovrebbero dormire sonni tranquilli i residenti, i lavoratori e i pendolari, per i quali sono previste delle esenzioni. Oltre a tali categorie di soggetti, potrebbero entrare nelle esclusioni anche altre ipotesi che, però, dovranno essere regolate a livello locale, sulla base delle singole scelte delle città metropolitane.
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