Aumentano gli italiani che riescono a risparmiare

Malgrado l'inflazione, la quota sale al 53,5%. De Felice: "Troppa liquidità sui conti correnti"

Aumentano gli italiani che riescono a risparmiare

Gli italiani si confermano grandi risparmiatori, ma tengono troppa liquidità sul conto corrente e questo crea problemi in un contesto inflazionistico. È quanto emerge dalla ricerca sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani nel 2022, realizzata da Intesa Sanpaolo e dal Centro Studi Einaudi. La percentuale dei risparmiatori, infatti, si riporta verso i livelli pre-pandemia, attestandosi al 53,5% (55,1% nel 2019), in netto aumento rispetto al 48,6% del 2021. Aumenta anche la percentuale di reddito che gli intervistati riescono ad accantonare: in media, l'11,5%, in crescita rispetto al 10,9% del 2021 e non lontano dal pre-pandemia (12,6%).

«Le famiglie italiane tornano a risparmiare e questo è un dato positivo», ha detto il capo economista di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice. «Il grande tema è quello di una elevata liquidità tenuta dalle famiglie italiane ancora sui conti correnti» senza investirli, questo con un'inflazione al 10% ha un «inevitabile costo». Rispetto a prima della pandemia, infatti, i depositi liquidi delle famiglie sono cresciuti di 135 miliardi (+13%). L'indagine, basata su mille interviste realizzate tra marzo e aprile 2022, evidenzia che solo il 17% risparmia con uno scopo preciso e il 30% lo fa per motivi precauzionali. Ma il caro vita erode il potere d'acquisto e gli italiani peraltro cominciano ad accorgersene, con la soddisfazione relativa alla detenzione di liquidità scesa dal 18 al 14,8 per cento. I risparmiatori italiani «rifuggono dal rischio e preferiscono impieghi in cui apparentemente il rischio non esiste», afferma Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo. Per gestire il rischio bisogna essere in «grado di valutarlo - aggiunge Gros-Pietro - e per farlo bisogna conoscere i prodotti. È quindi importante migliorare l'educazione finanziaria e per farlo dobbiamo puntare sui giovani». Il punto è che tra i giovani solo il 2,3% si è detto molto interessato agli argomenti finanziari e il 38% non è per niente interessato. Più della metà dei giovani pensa che la sua pensione sarà tra i 600 e i 1.500 euro mensili, ma nonostante sia poco circa nove su dieci non hanno un fondo pensione.

Tra chi investe, invece, va forte il risparmio gestito: almeno un prodotto è presente nel 21% dei portafogli.

Si riduce la quota investita in obbligazioni (dal 29% al 23%), mentre c'è un leggero aumento della percentuale degli investitori in azioni (4,8%). Da segnalare il crescente interesse verso gli investimenti alternativi (39%), in particolare l'oro (24,8%) e i fondi etici-Esg (13% circa).

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