Le pensioni cambiamo anche nel 2023: le nuove cifre

Inflazione all'1,9% rispetto all'1,7% utilizzato dall'Inps per l'adeguamento degli assegni pensionistici. Arriva il conguaglio degli arretrati

Le pensioni cambiamo anche nel 2023: le nuove cifre

Sono in arrivo conguagli a partire dal prossimo anno per tutti i pensionati. Lo scorso primo gennaio 2022 era scatta una rivalutazione provvisoria delle pensioni dell'1,7%. L'Inps però provvederà nei prossimi mesi ad un conguaglio dopo che l'Istat ha certificato che l'inflazione nel 2021 è arrivata all'1,9%.

Perciò i pensionati riceveranno per i prossimi 12 mesi una pensione di importo inferiore rispetto al dovuto in attesa dell'adeguamento che verrà fatto il primo gennaio 2023. Questo è ciò che emerge dalla Circolare Inps n. 15/2022 che ogni anno fissa i minimali e massimali utili per il calcolo delle contribuzioni dovute ai fini previdenziali e assistenziali.

Tasso a +1,9%

Il decreto ministeriali del 17 novembre 2021 ha fissato il tasso provvisorio che è relativo ai primi 9 mesi del 2021 in misura pari all'1,7%. Tuttavia, è stato certificato dall'Istat che l'inflazione è continuata a salire anche durante l'ultimo trimestre del 2021 arrivando definitivamente a +1,9%. L'applicazione della rivalutazione, riporta pensionioggi.it, avviene all'inizio dell'anno in via provvisoria rispetto all'inflazione dell'anno precedente e in via definitiva rispetto a quella dell'anno precedente in base ai valori indicati dal decreto ministeriale.

Dunque, il prossimo anno le pensioni dovranno essere adeguato corrispondendo anche agli arretrati maturati nel 2022. Verrà aggiunto, inoltre, anche il tasso Istat previsionale registrato per l'anno corrente diffuso a fine novembre. Volendo fare un esempio concreto, una pensione che riceve mensilmente 2mila euro, dal primo gennaio 2023 riceverà un adeguamento di 4 euro lordi al mese e circa 50 euro lordi di arretrati.

Minimi retributivi

Il coefficiente Istat verrà utilizzato per fissare i minimali e i massimali dovuti dai datori di lavoro per il versamento dei contributi. Il minimale giornaliero da assoggettare a contributi sale a 49,91 euro, il 9% di 525,38 euro, il nuovo minimo di pensione nel fondo pensioni lavoratori dipendenti. Sale poi a 27,73 euro il minimo giornaliero delle retribuzioni convenzionali e a 7,49 euro il minimale orario per i lavoratori dipendenti in regime di part time. Lo stipendio minimo contributivo mensile risulta pari a 1.297,66 euro.

Di conseguenza aumenta anche lo stipendio minimo necessario per l'accredito di una annualità ai fini pensionistici per i lavoratori dipendenti del settore privato. Occorre uno stipendio di 10.928 euro per avere 52 settimane accreditato nel Flpd ai fini pensionistici. Questa regola è rivolta anche ai lavoratori in regime di part-time che hanno basse retribuzioni annue.

Aggiornato, inoltre, anche il massimale annuo per i nuovi assicurati dal primo gennaio 1996 o per quelli che preferiscono la pensione contributiva. Niente contributi nel 2022 sulle somme che eccedono i 105.014,00 euro annui. Il contributo aggiuntivo dell'1% a carico del lavoratore ai sensi dell'art. 3-ter legge n. 438/1993 si applica sulla retribuzione eccedente i 48.279 euro che diventa la prima fascia di retribuzione pensionabile. Vengono aggiornati, inoltre, anche i valori di retribuzione oltre i i quali i lavoratori dello spettacolo gli sportivi professionisti sono tenuti a versare un contributo di solidarietà.

Infine, è aggiornato anche il tetto massimo complessivo della

retribuzione per congedo straordinario per assistere un familiare con handicap e dei relativi contributi obbligatori a carico dell'amministrazione pubblica. La cifra quest'anno non potrà superare i 49.664,00 euro.

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