Definite le vicepresidenze della Commissione Ue e in attesa che il 27 novembre si pronunci l'Europarlamento, tra le priorità di Bruxelles c'è un'industria automotive a un passo dal baratro. In Europa le vendite sono stagnanti (+0,1%) in ottobre con un piccolo incremento nei 10 mesi (+0,9%). Le auto elettriche, su cui la precedente Commissione ha lanciato la sfida, mettendo in grave difficoltà l'intero settore, rappresentano da gennaio solo il 14,8% di quota. I grandi gruppi sono in sofferenza: Ford taglierà, in Europa, 4mila posti, tra Germania e Regno Unito entro il 2027, mentre in casa Volkswagen (in foto l'ad Oliver Blume) è partita la protesta dei lavoratori. In 6mila si sono riuniti a Wolfsburg dopo le notizie delle possibili chiusure di tre impianti ai quali se ne potrebbero aggiungere altri. In previsione ci sono anche tagli salariali del 10 per cento. «È solo un assaggio di ciò che accadrà a partire da dicembre se l'azienda non prenderà sul serio le soluzioni concrete proposte», l'avvertimento della leader sindacale in azienda Daniela Cavallo. Alla manifestazione hanno preso parte dipendenti provenienti da tutta la Bassa Sassonia, dall'Assia e dalla Sassonia.
Poi c'è Mercedes-Benz alle prese con «un'attività debole che richiede tagli dei costi per diversi miliardi l'anno». E anche qui aleggia lo spettro dei licenziamenti. L'industria automobilistica tedesca ha affrontato di recente gravi difficoltà nel passaggio ai veicoli elettrici a fronte di una concorrenza sempre più intensa nel mercato cinese, un tempo fonte di forti profitti per i gruppi locali.
A rendere la situazione generale ancora più complessa ci sono sono le maxi multe, basate sulle emissioni di CO2 ancora più rigorose, che scatteranno dal 2025.
In proposito, sono in atto forti pressioni, affinché la Commissione Ue riveda al più presto una norma che, ora come ora, visto l'andamento del mercato elettrico, sarebbe un vero tsunami.Le vendite di ottobre in Europa, intanto, vedono Stellantis arretrare ancora (-16,7% e -7,1 da gennaio) e lo stesso vale per la quota (al 14,4% dal 17,4% e, nei 10 mesi, al 15,7% dal 17,1%).
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