Fisco e burocrazia: tutte le tasse sull'auto

Tra imposte, bolli e pratiche in media si spendono 3.500 euro all'anno

Fisco e burocrazia: tutte le tasse sull'auto

Possedere un'auto sta diventando un lusso? A giudicare dalle imposte che si aggiungono ai costi vivi dell'acquisto e della manutenzione del veicolo, parrebbe proprio di sì. Secondo un'inchiesta di La Repubblica, ogni italiano in media spende 3500 euro all'anno per la propria macchina: tra gli emolumenti per il Pra (Pubblico registro automobilistico, ndr), i bollettini da pagare alle Poste, le imposte provinciali di trascrizioni, molti degli atti connessi alla vita dell'automobile rischiano di trasformarsi in un'odissea di sigle e conti sempre più salati. A rimetterci, come sempre, è il cittadino.

Confrontando tempi e costi delle pratiche italiane con quelle degli altri paesi europei, con cui pure dovremmo essere allineati da una sfilza di direttive e regolamenti, è facile constatare come nel nostro Paese ogni procedura diventi sempre più complicata e farraginosa. Nella ricostruzione fornita dal quotidiano di Ezio Mauro, un atto che dovrebbe essere di banale routine, come il passaggio di proprietà della vettura, in Italia richiede quasi seicento euro e un numero imprecisato di code agli sportelli, mentre nel resto d'Europa possono bastare poche decine di euro e una firma in un ufficio comunale.

Ma non è finita qua. Volendo verificare la destinazione finale di quei seicento euro, si scopre come i costi amministrativi (dovuti all'Aci e al ministero dei Trasporti) rappresentino appena 6,1% del totale. Analizzando ad esempio i costi necessari ad effettuare il trasferimento di proprietà per una vettura da 80 kW a Roma, si nota che i 588,6 euro complessivi sono ripartiti tra sette diversi attori. Oltre ai già citati Aci e ministero dei Trasporti, che incamerano rispettivamente 27 e 9 euro per emolumenti Pra e diritti DT e targhe, ben 365 euro vanno alle Province per il pagamento dell'imposta di trascrizione, l'IPT, e 120 alle agenzie di pratiche auto.

Rimangono poi da pagare ancora il Ministero dell'Economia, che solo di l'imposta di bollo intasca 48 euro per le operazioni Pra e 16 per quelle DT, e le immancabili Poste, che esigono 3,6 euro per i bollettini. Contro la proposta del governo di sopprimere il Pra e di creare un Archivio unico automobilistico si è sollevata l'Aci, che parla di un "esproprio forzoso di risorse che si tradurrà paradossalmente in un peggioramento del bilancio dello Stato".

"Se il Dipartimento ai Trasporti sottrae ai corrispettivi che oggi spettano per legge ad Aci circa 190 milioni di euro all'anno, ne trattiene per sè 130 milioni e 60 milioni li destina per abbassare la tariffa di 11 euro (su un costo complessivo per il cittadino che spesso supera i 400 euro il gioco non vale la candela - spiega il presidente dell'Automobile Club Angelo Sticchi Damiani - È possibile ridurre di circa 30 milioni di euro le uscite allo Stato, recuperando

l'evasione fiscale. Sono possibili risparmi per i cittadini pari a 100 euro a pratica, senza toccare le competenze del Dipartimento e salvaguardando appieno gli attuali livelli occupazionali di tutte le strutture."

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