Autostrade, arriva la proposta di Cdp

Manifestazione d'interesse e 10 giorni per l'intesa. Ma Tci si rafforza in Atlantia

Autostrade, arriva la proposta di Cdp

Una manifestazione d'interesse e dieci giorni di tempo per mettere a punto un Mou (memorandum of understanding) tra le parti e quindi avviare la due diligence, di 10 settimane, che porterà, con un'offerta definitiva, l'88% di Aspi, ora in mano ad Atlantia, a Cdp. Questa, in sintesi, la proposta di Cassa depositi e prestiti (in cordata con altri due player esteri) trapelata nella tarda serata di ieri, mentre il Giornale stava andando in stampa.

Il dossier sarà comunque dipanato oggi nel cda di Atlantia che, dopo essersi riunito alle 18, si è aggiornato nell'attesa di valutare la proposta della Cassa. Una manifestazione d'interesse non vincolante, quindi, che dovrebbe aprire alla «fase due» della trattativa. Questo, sempre se il cda di Atlantia, deciderà di rinviare l'assemblea programmata per il 30 ottobre, prevista per avviare il piano dual track (scorporo) che escluderebbe il passaggio diretto a Cdp e lancerebbe un'operazione di mercato del tutto diversa. E sempre se, sul dossier non avranno la meglio le resistenze di alcuni azionisti: il fondo Tci ha detto proprio ieri di aver aumentato significativamente la propria partecipazione nel capitale di Atlantia, portandola oltre la soglia rilevante del 10% (deteneva finora il 6-7% sotto forma di derivati che ha riscattato per rafforzare i propri diritti di voto). Il fondo guidato da Chris Hohn starebbe consolidando la propria posizione per avere maggiore peso nell'assemblea dei soci (quella del prossimo 30 ottobre o la successiva), soprattutto nel caso in cui venga ricevuta un'offerta non soddisfacente da parte di Cdp. Il fondo britannico Tci, che nei mesi scorsi ha fatto una valutazione di Aspi indicando una forbice tra 11 e 12 miliardi per il 100% del capitale, ha specificato in passato che in assenza di un processo competitivo e di un'offerta attrattiva sia preferibile la scissione e quotazione di Aspi in Borsa.

Di fatto, sembra che questa prima manifestazione non espliciti il prezzo, tuttavia, lo schema ipotizzato prevede che a rilevare Aspi sia una newco partecipata al 40% da Cdp e al 30% da ciascuno degli altri due fondi in campo, Macquarie e Blackstone. Ma la fase due, che dovrebbe aprirsi da mercoledì, servirà per coinvolgere altri player in prima linea, come il fondo F2i. Garanzia statale con capitali esteri, dunque, ma con Cdp che esprimerà la governance nominando l'amministratore delegato e presidente della futura Autostrade per l'Italia. A 10 settimane dal 28 ottobre, dunque, partirà la due diligence per l'offerta definitiva consentendo di fissare il prezzo finale: tra le ipotesi si parla di una valorizzazione intorno ai 9-10 miliardi dalla quale poi sottrarre un miliardo di crediti vantati da Cdp su Aspi e un altro miliardo di valutazione rischi che consentirebbe di superare l'empasse che si era creata sulla manleva. Basterà questo a Tci? Il rischio che i soci di Atlantia possano fare muro non è escluso. Il mercato comunque brinda all'evolversi della trattativa e ieri ha chiuso la seduta in rialzo di oltre 4 punti ( +4,62%) a 15,28 euro.

Tuttavia la politica storce il naso.

L'ipotesi di una forte presenza dei fondi esteri in Aspi, desta preoccupazione, considerando che il 12% della concessionaria è in mano straniera (i cinesi di Silk Road hanno il 5%, mentre Allianz attraverso il veicolo Appia Investment ha circa il 7%). «Stiamo mettendo la nostra principale infrastruttura autostradale nelle mani di fondi americani, australiani, cinesi e tedeschi», avverte il senatore azzurro Maurizio Gasparri.

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