Banca Popolare di Sondrio, dopo aver percorso ogni grado di giudizio nel tentativo di opporsi alla metamorfosi prevista dalla legge del 2015, accetta l'inevitabile e diventa spa. Una svolta epocale dopo 150 anni di storia cooperativa. Ieri l'assemblea dei soci ha deliberato, con il 96% dei voti a favore, la trasformazione che aprirà le porte al risiko. E, per la prima volta, il vertice non ha escluso la possibilità di prendervi parte.
L'abolizione del voto capitario (una testa un voto) a favore del principio che pesa di più chi ha più azioni, rende Popolare Sondrio, fino a pochi anni fa orgogliosamente single, contendibile sul mercato. In teoria. Carlo Cimbri, ad di Unipol, si è già assicurato un posto in prima fila (con il 9% del capitale di Pop. Sondrio), mentre al contempo tratta con l'Fitd tramite Bper (controllata con il 18,9% dalla assicurazione bolognese) per conquistare anche Carige (una prospettiva su cui Moody' ieri ha annunciato il miglioramento dell'outlook sulla banca di Modena e messo in revisione quello del gruppo genovese). «Sarà nostro dovere esplorare tutte le opportunità offerte dal mercato», ha detto l'ad di Pop. Sondrio, Mario Alberto Pedranzini nel corso della conferenza stampa seguita all'assemblea precisando: «Le opportunità non sono necessariamente quelle di M&A e di accorpamenti con altre banche».
«Interlocutori per possibili operazioni di M&A non ne abbiamo e non ne abbiamo avuti, tanto meno privilegiati. Staremo a vedere cosa succede», ha aggiunto il presidente Francesco Venosta. Il top management ha poi ringraziato Cimbri dell'apprezzamento mostrato per l'istituto valtellinese con cui Unipol ha rapporti commerciali ormai pluridecennali.
Nei prossimi mesi saranno due gli appuntamenti da tenere sotto osservazione per comprendere quale direzione prenderà Pop. Sondrio e in quali tempi: la revisione del piano industriale entro fine marzo e, con l'assemblea di bilancio, il rinnovo di un terzo del cda, presidente compreso. A scendere in campo per i cinque posti in consiglio potrebbero essere la lista del cda, introdotta dal nuovo statuto adottato ieri, Assogestioni e Unipol.
Attenzione anche all'azionariato diffuso che, storicamente, ha sempre contraddistinto la banca. «C'è motivo di sperare che i soci che hanno sostenuto la banca finora, continuino a sostenerla», ha commentato Venosta per poi rivendicare: «Qualunque cosa succeda in futuro, trovano una banca solida e ben gestita che, in 150 anni, non ha mai registrato un euro di perdita». Tra i soci c'è anche chi, come il Comitato per l'autonomia e l'indipendenza di Banca Popolare di Sondrio, ha proposto l'assunzione per l'istituto dello status di società benefit per azioni (l'oggetto sociale, oltre al profitto, prevede l'impatto positivo sulla società).
«Un'iniziativa che, a titolo personale, vedo con grande simpatia perché ispirata a principi di fondo
che trovano la mia condivisione. La società benefit è nel nostro Dna perché significa prestare attenzione a tutti gli interlocutori» ha concluso Pedranzini secondo cui la proposta andrà esaminata attentamente in assemblea.
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