II governo punta tutto sulla crescita che - nelle ipotesi di Palazzo Chigi - dovrebbe "compensare" il deficit piaù alto, ma Banca d'Italia gela Conte e Tria rivedendo al ribasso le stime del Pil per quest'anno.
Mentre a luglio aveva previsto una crescita dell'1,2%, nelle proiezioni macroeconomiche pubblicate oggi da Via Nazionale il dato viene rivisto all'1%. Ma includendo nel calcolo le informazioni di contabilità nazionale diffuse il 30 novembre, la stima di crescita per il 2018 scende allo 0,9%. Resta confermato l'1% per il 2019, l'1,1% per il 2020 e l'1% per il 2021. Per i consumi delle famiglie la stima è dello 0,8% per quest'anno contro l'1,1% precedentemente previsto. Per il 2019, la stima viene invece rivista al rialzo dallo 0,8% all'1%, così pure per il 2020 (dallo 0,8% all'1,1%). Per il 2021, si prevede una crescita dell'1%.
Secondo Bankitalia, "gli effetti sull'attività economica delle misure espansive contenute nella manovra di bilancio sarebbero contrastati dai più elevati tassi di interesse fin qui registrati e attesi, che conterrebbero l'espansione della domanda interna". Per questo "la crescita dell'economia italiana si manterrebbe attorno all'1% annuo in tutto il triennio 2019-2021" e "rispetto alle precedenti proiezioni (relative a luglio), la stima di crescita è più bassa per due decimi di punto nel 2018 mentre resta invariata nel biennio 2019-2020".
Le nuove stime, si legge nel report, non tengono conto di "informazioni successive al 27 novembre": successivamente infatti, l'Istat ha diffuso i conti nazionali trimestrali, "con una revisione al ribasso della crescita del Pil nel terzo trimestre che - a parità di altre condizioni - implicherebbe una riduzione marginale delle proiezioni di crescita per l'anno in corso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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