Il bazooka di Mario Draghi adesso è super. Un'arma pazzesca che galvanizza i mercati del Vecchio Continente e rilancia il settore bancario nell'Olimpo dei titoli da comprare. Da una parte taglia i tre tassi principali e lancia nuovi prestiti, dall'altra ritocca il quantitative easing portandolo a 80 miliardi di euro al mese ed estendendolo ai bond aziendali. "Le nuove mosse - assicura il governatore - aiuteranno la ripresa economica e accelereranno il ritorno dell'inflazione vicino ma sotto il 2%". Le misure della Bce hanno dato una momentanea inienzione di fiducia a tutte le Borse Ue che, però, in chiusura hanno azzerato tutti i guadagni.
Approfittando dell'assenza del numero uno della Bundesbank Jens Weidmann, il direttivo della Bce, riunitosi oggi a Francoforte, ha infatti abbassato i tre tassi principail. Il "refi" il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, scende così dallo 0,05% a quota zero. Il tasso sui depositi, cioè quello che le banche pagano per depositare i loro fondi a Francoforte, è ulteriormente sceso di dieci punti base e passa da -0,30% a -0,40%. E il tasso marginale scende di dieci punti da +0,30% a +0,20%. La Banca centrale ha, poi, ampliato da 60 a 80 miliardi di euro al mese l'ammontare degli acquisti mensili di titoli nell'ambito del programma di quantitative easing. Una misura che lascia letteralmente a bocca aperta gli analisti che, nei giorni scorsi, avevano puntato a un ampliamento minore, pari a 70 miliardi al mese. La platea di titoli acquistabili è stata inoltre estesa anche alle obbligazioni di società non bancarie dell'Eurosistema, ovvero ai corporate bond. "Questo nuovo programma - spiega Draghi - durerà fino al marzo 2017 o più a lungo, se necessario, per raggiungere il target di inflazione". Durante il direttivo è stato poi lanciato un nuovo programma di Targeted long term refinancing operations (Tltro), ovvero di prestiti alle banche a tasso agevolato condizionati alla fornitura di credito all'economia. "I prestiti - spiegano - matureranno in quattro anni e il programma partirà il prossimo giugno". In questo modo il tasso dei prestiti Ltro potrà scendere fino al livello del tasso di deposito, che è -0,40% e la Bce finirebbe per pagare pur di dare i prestiti alle banche.
"Se avessimo incrociato le braccia dicendo nein zu allen (no a qualsiasi cosa, ndr), oggi ci ritroveremmo con sarebbe una disastrosa inflazione". Durante la conferenza stampa, in coda al direttivo della Bce, Draghi non ha mancato di tirare le orecchi ai leader dell'Unione europea. Secondo il governatore, l'indebolimento delle prospettive di crescita dei paesi dell'Eurozona e "una disoccupazione strutturale che resta elevata" rendono "decisiva" l'applicazione di riforme strutturali.
"Le raccomandazioni specifiche per i Paesi sono state applicate in maniera abbastanza limitata", ha messo in chiaro Draghi invitando i governi dell'area a praticare una "politica fiscale che sostenga la ripresa ma che rispetti i limiti del Patto di stabilità e crescita" e a "rispettare le regole di bilancio" europee. "Tutti i paesi devono puntare su un mix di condizioni di bilancio più accomodanti", ha concluso Draghi ricordando la Bce non può fare tutto il "lavoro pesante".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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