Bce, Draghi a Obama: "È ingiusto incolpare l'Europa per la crisi"

Riviste al ribasso le stime di crescita dell'Eurozona. L'appello della Bce: "La crescita dell’area euro rimane debole con un’incertezza aumentata che pesa sulla fiducia"

Bce, Draghi a Obama: "È ingiusto incolpare l'Europa per la crisi"

"La Bce fornirà liquidità illimitata alla banche fino alla fine del 2012". Dopo che il consiglio direttivo della Bce ha deciso di mantenere invariato all’1% il tasso di riferimento principale di Eurolandia, il presidente dell’Eurotower Mario Draghi ha spiegato chiaramente che "la crescita economica dell’area euro rimane debole con un’incertezza aumentata che pesa sulla fiducia".

Nuova tegola sul Vecchio Continente ancora stretto dalla crisi economica e dalla recessione. Al termine del con siglio direttivo, la Banca centrale europea ha infatti comunicato che ha ulteriormente rivisto al ribasso la stima sulla crescita dell’Eurozona: il prodotto interno lordo del 2012 è atteso in un range compreso tra -0,5% e +0,3%. Anche oggi la Casa Bianca ha auspicato "azioni rapide", da intraprendere "nelle prossime settimane" anche in vista del G20, da parte dell'Europa per affrontare la crisi del debito. Tuttavia, replicando indirettamente alle accuse mosse nei giorni scorsi dal presidente americano Barack Obama, Draghi ha spiegato che non si può addossare al Vecchio Continente le colpe di una crisi economica che, invece, viene da Oltreoceano. Il contagio è, infatti, partito dagli Stati Uniti. "L’Europa ha le sue responsabilità per la crisi ma anche gli altri paesi hanno i loro problemi. Quindi non è giusto, equilibrato, dire che l’Europa è la causa principale della crisi", ha detto il presidente della Bce sottolineando che "tutti i paesi dovrebbero riconoscere le loro difficoltà".

Sottolineando che alcuni problemi della moneta unica non hanno nulla a che fare con l’azione di Francoforte, Draghi ha chiarito che la Bce monitorerà "molto da vicino" tutti gli sviluppi ("Siamo pronti ad agire") ma che non potrà risolvere tutti i problemi. Dopo aver enumerato le riforme mese in atto nei Paesi più a rischio, tra cui anche l'Italia, il numero uno della Bce ha fatto presente che "il consolidamento fiscale nel medio termine non può essere basato su aumenti delle tasse". Per quanto riguarda la Spagna, invece, Draghi ha fatto presente che il governo di Madrid deve essere "realistico" nel valutare un salvataggio dell'Eurozona.

Il numero uno della Bce ha, quindi, spiegato che "è una loro decisione se vogliono usare Efsf", ma anche che "qualsiasi decisione dovrebbe basarsi su una valutazione realistica dei requisiti per ricapitalizzare le banche e sui soldi disponibili senza l’aiuto esterno".

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