Sono uscite le motivazioni in base alle quali la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme sul blocco dei contratti nella Pubblica amministrazione. Si tratta di una "violazione della libertà sindacale". La sentenza non è retroattiva ed ha efficacia dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
"Sono fondate - si legge nella sentenza depositata oggi, di cui è relatrice il giudice Silvana Sciarra - le censure mosse, al regime di sospensione per la parte economica delle procedure contrattuali e negoziali in riferimento all’art. 39, primo comma, Cost. Esse si incentrano sul protrarsi del blocco negoziale, così prolungato nel tempo da rendere evidente la violazione della libertà sindacale". Per questo, ogni "considerazione atomistica del blocco della contrattazione economica per il periodo 2013-2014, avulso dalla successiva proroga" non regge, perché "le norme impugnate dai giudici rimettenti e le norme sopravvenute della legge di stabilità per il 2015 si susseguono senza soluzione di continuità, proprio perché accomunate da analoga direzione finalistica", cioè dagli stessi scopi.
Quindi "il blocco, così come emerge dalle disposizioni che, nel loro stesso concatenarsi, ne definiscono la durata complessiva, non può che essere colto in una prospettiva unitaria". Alla luce di questo si coglie "l’incidenza, tutt’altro che episodica, sui valori costituzionali coinvolti". "Il carattere strutturale delle misure e la conseguente violazione dell’autonomia negoziale non possono essere esclusi, sol perch‚, per la tornata 2013-2014, è stata salvaguardata la libertà di svolgere le procedure negoziali riguardanti la parte normativa", spiega la sentenza.
E aggiunge: "La contrattazione deve potersi esprimere nella sua pienezza su ogni aspetto riguardante la determinazione delle condizioni di lavoro, che attengono immancabilmente anche alla parte qualificante dei profili economici".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.