Le vere cifre dei mutui: cosa è cambiato sui tassi d'interesse

Nei mesi scorsi si è avuto un piccolo segnale di ripresa economica favorito anche dalle misure adottate dal governo per calmierare gli effetti negativi della pandemia

Le vere cifre dei mutui: cosa è cambiato sui tassi d'interesse

Le agevolazioni sui tassi di interesse hanno fatto sì che nel 2021 ci fosse una grande crescita di richiesta di mutui, un piccolo segnale di ripresa economica favorito anche dalle misure adottate dal governo per calmierare gli effetti negativi della pandemia da Covid-19. Nonostante si vociferi di un imminente incremento dei tassi, gli esperti prevedono che l’onda lunga positiva sui mutui possa durare anche per tutto il 2022.

Tassi aumentati di mezzo punto da gennaio scorso

L’aumento, seppur leggero, sui tassi di interesse, comunque, si è già avuto a fine anno. Il Tasso annuale effettivo globale (Taeg) è passato dall’1,74% di settembre all’1,79% di dicembre. Rispetto all’inizio del 2021, poi, è salito di mezzo punto. A gennaio scorso era fissato all’1,27%. Siamo, in ogni caso, sempre su cifre ragionevoli soprattutto se teniamo conto del fatto che nel 2011 i tassi di interesse erano del 4,5%. Successivamente è cominciata la lenta discesa, prima al 3% nel 2014 e poi al 2% nel 2018.

Il numero dei mutui accesi nel 2021

Dicevamo che nel 2021, con tassi a disposizione particolarmente favorevoli, l’Agenzia delle entrate ha registrato più di mezzo milione di abitazioni su cui è stato approvato il finanziamento, per l’esattezza 513.481 immobili. Il rapporto dell’Agenzia ha diviso la cifra per territorio. 313.132 abitazioni (pari al 61%) si trovano al Nord, 109.629 al Centro (21%), 90.601 al Sud (18%). Il valore totale dei mutui si aggira sui 400 miliardi di euro, in crescita rispetto agli anni precedenti (390 miliardi di fine 2020 e 381 miliardi di fine 2019).

L’importanza delle agevolazioni

L’importante risultato ottenuto nel 2021 è conseguenza anche degli incentivi statali, come i mutui agevolati per gli under 36. Le misure di questo tipo hanno consentito di dare nuovo impulso alla compravendita di immobili.

Sempre l’Agenzia delle entrate ha fatto sapere che nel terzo trimestre 2021 si è registrato un incremento degli scambi del 22% rispetto allo stesso trimestre del 2020, con un totale di oltre 172mila operazioni. Il timore che questo boom possa avere un freno è dato dalla crescita dell’inflazione europea, un dato che potrebbe influire sull’aumento dei tassi di interesse.

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